Ascoli, caccia ai furbetti: c'è chi è tornato
dieci anni dopo solo per avere il Cas

Ascoli, caccia ai furbetti: c'è chi è tornato dieci anni dopo solo per avere il Cas
di Luca Marcolini
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Mercoledì 22 Maggio 2019, 10:55
ASCOLI - La lente d’ingrandimento dei controlli e dei sopralluoghi, oltre due anni e mezzo dopo, è ancora puntata sui furbetti del terremoto o presunti tali. Con qualche nuovo caso che riguarderebbe, ad esempio, chi ha richiesto il contributo post terremoto pur essendo ritornato ad Ascoli ora dopo circa 10 anni. Quindi non vivendo da queste parti durante il sisma. Dunque, mentre l’ondata di ben 75 casi segnalati dall’Arengo nella prima fase è all’attenzione della Procura, i vigili urbani continuano a monitorare la situazione sulla base delle nuove richieste dei Cas, i contributi di autonoma sistemazione, e anche sulle segnalazioni da parte di cittadini rispetto a possibili casi sospetti. Come ad esempio, quello di questa persona che ha richiesto il Cas pur risultando, dai riscontri attraverso altri documenti, residente fuori città da almeno dieci anni.
  
Considerando che arrivano costanti “imbeccate”, al Comando di polizia municipale, riguardo persone che continuerebbero a dormire nella casa dichiarata inagibile. L’effetto dei controlli e della decisione dell’Arengo di bloccare l’erogazione dei contributi per circa 75 famiglie con segnalazione alle autorità giudiziarie non sembra, dunque, aver intimorito qualcuno tra i beneficiari del Cas. Tutto questo mentre, di contro, c’è chi si ritrova a doversi sobbarcare contemporaneamente rate del mutuo per la casa ora inagibile e ad anticipare i canoni di affitto della nuova soluzione temporanea a fronte di ritardi e slittamenti nel pagamento dei contributi.
 
I furbetti del terremoto continuano, dunque, a tremare. Anche se ovviamente, ormai ad oltre due anni e mezzo dalle prime scosse telluriche, la quantità delle verifiche è naturalmente diminuita. Di media si è su 5 o 6 sopralluoghi di controllo ogni mese, rispetto alla fase iniziale nella quale si era arrivati a oltre 100 verifiche che, per l’appunto, avevano portato ad individuare prima 100 casi sospetti e poi a stringere il cerchio su 75. Anche perché diverse famiglie hanno ammesso l’errore in buona fede e restituito i soldi incassati fino a quel momento. I vigili urbani, come detto, continuano costantemente i controlli ancora oggi, sia andando a verificare segnalazioni pervenute nei mesi scorsi che quelle che continuano a pervenire. Tra cui alcune che riguardano famiglie che sarebbero rimaste a dormire nell’appartamento dichiarato inagibile, pur percependo i contributi, o altre che, secondo ulteriori imbeccate, appartamenti indicati come abitazione temporanea di qualche beneficiario del Cas, in realtà, non verrebbero utilizzati. In altre parole, figurerebbero come abitazione fittizia. Inoltre, ci sono anche situazioni sospette che riguardano ad esempio chi, come verificato in quest’ultimo periodo dalla polizia municipale, ha richiesto il contributo negli ultimi mesi e ne sta beneficiando ma, in realtà, sarebbe rientrato ad Ascoli – dopo essere stato fuori per altri motivi – dopo circa 10 anni. E in queste direzioni proseguono i meticolosi controlli da parte della polizia municipale in stretto raccordo con gli uffici dell’ente che si occupano di tutto l’aspetto legato a questi famigerati contributi di autonoma sistemazione.
 
In tutto questo scenario, ci sono molte delle persone che hanno avuto la revoca del contributo e sono finite nella lista dei casi sospetti che hanno già restituendo o hanno già restituito i contributi percepiti e non dovuti, ammettendo l’errore in buona fede. Diversi di loro, tra l’altro, hanno ottenuto di poter rateizzare la restituzione delle somme arrivate in qualche caso anche ad oltre 10.000 euro.
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