Sindaci ascolani divisi sulla scelta della discarica dove smaltire i rifiuti: l'aumento della Tari è dietro l'angolo

Sindaci divisi sulla scelta della discarica dove smaltire i rifiuti, l'aumento della Tari è dietro l'angolo (Nella foto: la discarica di Relluce)
Sindaci divisi sulla scelta della discarica dove smaltire i rifiuti, l'aumento della Tari è dietro l'angolo (Nella foto: la discarica di Relluce)
di Martina Oddi
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Lunedì 12 Dicembre 2022, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 15:21

ASCOLI - Rifiuti: Relluce, Geta o Fermo? Il rebus si infittisce con le posizioni dei sindaci della vallata del Tronto che sono alla ricerca di una soluzione meno invasiva sul territorio ma che non impatti sulle finanze comunali a causa dei trasporti. Il problema dei rifiuti è atavico e con la discarica di Relluce l’impatto ambientale sui paesi limitrofi - Castel di Lama e Appignano in primis - era fortissimo, sia in termini di cattivo odore, sia soprattutto per l’inquinamento prodotto da un conferimento eccessivo. L’impianto di Alto Bretta sembrava più performante e prometteva di mettere tutti d’accordo, fino a quando i vertici sono stati investiti da un’inchiesta giudiziaria in corso sullo smaltimento dei rifiuti che ha coinvolto anche alcuni esponenti politici di spicco. 


Lo stallo


Le istituzioni sono ad un empasse e non si riesce ancora a fare la quadra.

La Regione, ufficiosamente, vorrebbe secondo i bene informati riattivare una vasca della discarica di Relluce. Ci sarebbe anche la possibilità di un ammodernamento della discarica Geta per il conferimento di rifiuti che, con la pace di tutti, attualmente sono dirottati a Fermo. Spiega Luca Cristofori, assessore lamense: «Per utilizzare la Geta, considerando la bonifica del sito prima di riconferire, occorrerebbero nove milioni di euro, che dovrebbero essere finanziati dal comune di Ascoli. Soldi che non ci sono. E poi bisogna vedere i costi: a Relluce pagavamo 50/60 euro a tonnellata, a Geta costerebbe 100 euro a tonnellata. Portarli a Fermo ci costa 120 euro a tonnellata per il trasporto, ma almeno evitiamo polemiche ambientali.

È una soluzione momentanea, ma Relluce è esaurita. Per Castel di Lama deve rimanere chiusa, non vogliamo riavere i rifiuti in questa zona. Se pensiamo al primo piano d’ambito e al milione di tonnellate di rifiuti previsto nella riapertura di Relluce, abbiamo schivato un grosso pericolo: saremmo diventata la discarica del centro Italia. Come Movimento 5 Stelle ci prendiamo il merito di averlo scongiurato, avendo proposto la modifica di una capacità massima di 300mila tonnellate». La sindaca di Appignano, Sara Moreschini, rincara la dose: «Noi siamo per la soluzione Marche sud: trasportando i rifiuti a Fermo si evita la riapertura di Relluce che da anni ci crea problematiche tra frane e cattivi odori, che vogliamo risolvere. Con il comune di Castel di Lama abbiamo fatto ricorso per la vasca 7 per rifiuti non pericolosi autorizzata a Relluce».


La spaccatura


Ma non tutti sono d’accordo. Spiega il sindaco di Spinetoli, Alessandro Luciani: «La situazione va risolta di concerto, ma secondo me si dovrebbe intanto rientrare nell’ambito, e quindi bene Relluce e la vasca 7 per i prossimi due, tre anni. Poi occorre pensare a un progetto di lungo periodo, penso alla discrica Geta e alla vasca zero che permetta l’autonomia e di contenere i costi, che nel caso della Tari si riversano sui contribuenti».

Gli fa eco il sindaco di Castorano, Graziano Fanesi: «È un ragionamento aperto nell’Ata: dobbiamo incontrarci nei prossimi giorni, cercheremo una posizione condivisa, un equilibrio tra i costi di trasporto che nel caso di Fermo sono altissimi, ma permettono di evitare i rifiuti sul territorio, e Geta o Relluce, più vicine ma ad alto impatto ambientale. Non abbiamo una posizione specifica ma personalmente non vedo una quarta ipotesi. Il comune di Ascoli spingerà su Relluce ma bisogna rispettare i territori che finora hanno pagato di più. C’è bisogno di una sintesi che però in dieci anni nessuno è riuscito a fare».

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