Tragico volo di un operaio dal tetto, la Procura tira in ballo anche l’Azienda sanitaria regionale

Tragico volo di un operaio dal tetto, la Procura tira in ballo anche l’Azienda sanitaria regionale
Tragico volo di un operaio dal tetto, la Procura tira in ballo anche l’Azienda sanitaria regionale
di Mario Paci
2 Minuti di Lettura
Lunedì 4 Luglio 2022, 03:55

ASCOLI Anche l’azienda sanitaria regionale è stata tirata in ballo nell’inchiesta della Procura della Repubblica ascolana sulla morte dell’operaio Simone Santinelli avvenuta a Monsampolo del Tronto.  

La magistratura vuole fare luce sul rispetto delle misure di sicurezza in fabbrica e se gli organi controllori, soprattutto l’Asur, ha svolto a fondo il suo compito di vigilanza preventiva. 


La tragedia


Simone Santinelli, operaio di Corridonia di 44 anni, papà di una bimba di quattro anni e mezzo il 17 dicembre del 2020 stava effettuando lavori di rimozione dell’amianto dal tetto di un capannone a Monsampolo del Tronto quando precipitò da un’altezza di circa 10 metri. La Procura di Ascoli ha aperto un’inchiesta tuttora in corso a carico del legale rappresentante della società per la quale lavorava la vittima e del direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza ma i familiari della vittima la compagna, il fratello e la mamma, tramite il loro legale Sandro Giustozzi hanno depositato un esposto per chiedere di verificare eventuali disfunzioni o omissioni da parte dell’organo deputato alla vigilanza del rispetto delle norme sulla sicurezza sugli ambienti e luoghi di lavoro, gli ispettori dell’Asur. 


Le responsabilità


«Di solito – ebbe modo di spiegare l’avvocato – le responsabilità vengono ricercate nelle ditte coinvolte, ma noi riteniamo che si debba accertare le inadempienze anche di chi è deputato a controllare». La questione sintetizzata dal legale è questa: il lavoro da eseguire era imponente, «si parla della rimozione di oltre mille quintali di amianto - ha precisato Giustozzi – per un appalto di quasi un milione di euro» in cui l’importo degli oneri della sicurezza sarebbe stato minimo. A gennaio 2020 la ditta inviò all’Asur il piano di lavoro a cui non sarebbe alcuna comunicazione, tale da determinare l’approvazione tramite il silenzio-assenso, e a dicembre la ditta comunicò l’inizio dei lavori. Nel mezzo ci fu la diffusione del Covid e l’emissione di vari Dpcm con specifici protocolli anti-contagio a tutela dei lavoratori. Il piano di lavoro quindi, secondo i familiari, avrebbe dovuto essere adeguato alle nuove norme e l’Asur avrebbe dovuto prescrivere alla società esecutrice di integrare il piano prima che iniziasse l’intervento edilizio. Santinelli, che a causa di precedenti infortuni aveva perso la vista ad un occhio e zoppicava, era stato impiegato per quel tipo di lavoro così impegnativo. I familiari della vittima hanno richiesto all’Asur un risarcimento di un milione e mezzo di euro. La vicenda è finita all’attenzione anche di Striscia la notizia. Pochi mesi fa all’ospedale Mazzoni l’inviato Moreno Morello fece un blitz ascoltando il capo dipartimento Angelini.
 

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