Scoperti 75 furbetti del sisma: arrivano le sentenze di condanna. Ma c'è chi fa ricorso

Scoperti 75 furbetti del sisma: arrivano le sentenze di condanna. Ma c'è chi fa ricorso
Scoperti 75 furbetti del sisma: arrivano le sentenze di condanna. Ma c'è chi fa ricorso
di Luca Marcolini
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Sabato 3 Luglio 2021, 03:40

ASCOLI  - Contributo autonomo di sistemazione per il sisma, revoche e segnalazioni in Procura per presunti furbetti o comunque richieste ritenute illegittime: al momento sono 15 le azioni legali avviate da parte di persone che hanno presentato ricorso contro i provvedimenti dell’Arengo di stop all’erogazione dei Cas ad alcuni beneficiari. E, finora, sono cinque i casi in cui il Tribunale si è già pronunciato con sentenze che confermano la legittimità delle revoche da parte dell’Amministrazione comunale. 


In un solo caso, invece, il giudice di pace si è pronunciato a favore del ricorrente, mentre i rimanenti nove procedimenti risultano ancora in corso, in attesa di una conclusione a breve. Si delinea, dunque, un primo scenario relativo alla decisione di Palazzo Arengo di segnalare alla Guardia di Finanza e alla Procura 75 presunti casi sospetti tra coloro che avevano richiesto il contributo di autonoma sistemazione a seguito del terremoto del 2016 e 2017. 


Al momento, come conferma la documentazione dell’Arengo di resoconto sul fronte delle revoche di contributi di autonoma sistemazione, vede complessivamente, come detto, 15 ricorsi presentati da parte proprio di cittadini che si sono visti interrompere l’erogazione dei contributi, sulla scorta di verifiche dei preposti uffici comunali. Quindi casi in cui l’ente ha ritenuto non ci fosse il diritto a percepire ancora il sostegno economico a fronte di una abitazione dichiarata inagibile. Nello specifico, l’Avvocatura comunale si è dovuta occupare finora di seguire e contrapporsi a questi ricorsi di cittadini mirati ad annullare le revoche dei Cas e quindi al ripristino dell’erogazione delle somme in questione. In cinque casi il tribunale si è già pronunciato con sentenze (4 nel 2020 e 1 nel 2021) di rigetto delle domande di parte attrice e confermando la legittimità dell’agire del Comune.

Quindi, confermando la revoca dei contributi, salvo eventuali ricorsi in appello.

In un caso, invece, nell’anno in corso, il giudice di pace ha deciso di accogliere la richiesta del ricorrente di annullamento della revoca del contributo, con l’Arengo che ora si prepara a ricorrere in appello. Ci sono, poi, altri 9 casi per i quali i procedimenti sono ancora in corso e, quindi, in attesa di una sentenza (perlomeno non ancora inserita nel prospetto di resoconto dell’Arengo) anche alla luce di alcune udienze previste anche per l’utilizzo di prove testimoniali nel periodo tra marzo e giugno scorsi. 


Iniziano ad arrivare, dunque, le prime sentenze relative proprio alla questione dei Cas. Il tutto anche a seguito della collaborazione tra l’ufficio legale dell’ente con la guardia di finanza per l’accertamento di violazioni di legge anche di rilevanza penale. Mentre in qualche altro caso, a fronte della dimostrata buonafede, i beneficiari avevano chiuso la vicenda restituendo (anche in maniera rateizzata) le somme indebitamente percepite, proprio dai controlli e dai riscontri dei preposti uffici dell’Arengo nella prima fase del post terremoto, come detto, si era arrivati inizialmente ad un elenco di circa 100 beneficiari del contributo di autonoma sistemazione con richieste ritenute sospette. 


A seguito di successive verifiche e controlli dall’Amministrazione comunale era poi emerso che il 75% di questi sarebbe risultato non avente diritto al contributo. Di questi, il 25% ha poi capito di aver male interpretato la normativa restituendo subito, volontariamente, le somme percepite. Per il restante 50%, invece, era scattata formalmente la revoca dei contributi con l’obbligo di procedere con la restituzione dei soldi. E queste pratiche – per le quali al momento in 15 hanno scelto la via del ricorso – sono state sottoposte dall’Arengo anche al vaglio della guardia di finanza e della procura. Ora, sentenza dopo sentenza, si inizierà gradualmente a fare chiarezza su chi abbia effettivamente percepito un contributo non dovuto. 

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