Schianto fra due Tornado: «I piloti furono poco informati sulla missione». Ecco le richieste di pena del pm

I rottami dei Tornado
I rottami dei Tornado
di Luigi Miozzi
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Sabato 29 Ottobre 2022, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 15:58

ASCOLI - Due Tornado dell’Aeronautica militare, nel corso di una esercitazione, si scontrarono in volo tra Casamurana e Gimigliano e nell’incidente morirono i quattro membri dell’equipaggio. A distanza di oltre otto anni da quel tragico pomeriggio d’agosto, il processo davanti ai giudici del tribunale di Ascoli è giunto alle battute finali. 

 
Le richieste
Il pubblico ministero, al termine della sua requisitoria ha chiesto la condanna ad un anno di reclusione con la sospensione della pena per Fabio Saccottelli, 46 anni, di Verbania, capo cellula della pianificazione area target dell’esercitazione mentre per l’allora comandante del 154° gruppo al quale era affidata la responsabilità della pianificazione dell’esercitazione, Bruno Di Tora, 50 anni, di origine campana, il pm ha chiesto l’assoluzione.

I due militari sono entrambi accusati di omicidio colposo e disastro aviatorio colposo.

Era il 19 agosto 2014 quando improvvisamente, i due caccia militari partiti poco prima dalla base di Ghedi, in provincia di Brescia, per una esercitazione che avrebbe dovuto simulare un attacco al suolo, poco dopo aver sorvolato Ascoli, si schiantarono in volo sopra Casamurana andando poi a sbattere contro la collina che sovrasta la frazione ascolana. A perdere la vita furono i piloti dei due equipaggi Freccia 11 e Freccia 21: i capitani Mariangela Valentini, Alessandro Dotto, Giuseppe Palminteri e Paolo Piero Franzese.

In un primo momento, l’allora procuratore capo di Ascoli, Michele Renzo, chiese l’archiviazione dell’inchiesta. Dopo l’opposizione dei familiari dei quattro piloti che ora si sono costituiti in giudizio come parti civili, ci fu un supplemento d’inchiesta. Al termine delle indagini, il procuratore Umberto Monti ha chiesto il processo per i due militari dopo che, secondo quanto riportato nelle otto pagine che compongono la richiesta di rinvio giudizio, nel corso delle indagini si sarebbe ravvisata imprudenza, negligenza ed imperizia nella pianificazione della missione e anche il mancato rispetto del Programma di prevenzione incidenti in vigore presso il 6° Stormo. Al termine delle indagini, il procuratore Umberto Monti aveva chiesto e ottenuto il processo per i due militari mentre i familiari delle quattro vittime si sono costituire parti civili.

Secondo il pm, la tragedia si sarebbe potuta evitare se i due equipaggi dei Tornado fossero stati informati in maniera più adeguata e precisa circa la sovrapposizione di rotte in «area target». «Fossero stati meglio informati i capitani Valentini e Franzese a bordo del Freccia 21 non sarebbero scesi di quota scontrandosi con F11» ha detto il procuratore Monti, sottolineando che «in precedenza tutti avevano dimostrato grande prudenza, forse anche troppa, per cui non si è trattato di fatalità o un loro errore, ma di mancata chiarezza delle informazioni». 
La pianificazione
La richiesta di assoluzione dettata dal «ragionevole dubbio» per Di Tora deriva dal fatto che quest’ultimo non ha direttamente partecipato alle riunioni per la pianificazione, né al mass briefing e allo strike briefing. Il suo compito era quello di sovrintendere a tutte queste attività che hanno preceduto l’avvio dell’esercitazione con il decollo dei tornado. Il processo è stato aggiornato a dicembre.

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