L'Area vasta 5 sotto l'ala protettiva della Regione; più attenzione alle strutture e riduzione del gap stipendi

L'ospedale Mazzoni
L'ospedale Mazzoni
di Pierfrancesco Simoni
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Giovedì 17 Febbraio 2022, 07:55

ASCOLI - L’assessore regionale Guido Castelli intende fare chiarezza su alcuni aspetti della sanità picena. «Ad inizio 2022 - afferma - la strategia del governo regionale di centrodestra per l’Area vasta 5 ha preso corpo e segnato passi importanti nonostante la pandemia. Archiviata l’inattuabile operazione dell’ospedale unico di Spinetoli, che avrebbe decretato la chiusura dei due plessi di Ascoli e San Benedetto, e designato il nuovo direttore di Area vasta (Massimo Esposito, ndr), la giunta regionale ha delineato le proprie linea di azione sia per quanto riguarda l’edilizia ospedaliera che per quanto riguarda la rete territoriale». 

 

Castelli prosegue: «Sotto il primo profilo, coerenti con il nostro programma elettorale che si basava sul principio dell’ospedale di primo livello strutturato su due plessi, abbiamo deciso di ristrutturare profondamente il Mazzoni e di costruire un nuovo ospedale a San Benedetto. Per quanto riguarda il territorio, l’opzione è stata quella di individuare cinque case di comunità, con esplicito rafforzamento dell’area del cratere, Acquasanta e Comunanza, e due ulteriori ospedali di comunità nei centri maggiori. 

Castelli espone alcuni dati: «In sanità, le mura sono molto importanti ma ancora più decisivo è il personale. Da questo punto di vista, l’eredità che abbiamo ricevuto dalla precedente amministrazione è drammatica.

Come assessore al bilancio ho calcolato l’importo medio dei fondi per il personale suddiviso per Area vasta. In Av5, il personale subisce un scostamento negativo rispetto alla media Asur del 13,8%; in provincia di Ascoli gli operatori del servizio sanitario pubblico sono pagati meno che nel resto della regione. Una situazione che ha generato una forte e legittima “turbolenza” sindacale. La tensione tra i lavoratori ha raggiunto lo zenit a gennaio per le innumerevoli pendenze irrisolte. Si era ipotizzato addirittura un taglio alle buste paga e il rischio di un blocco della sanità pubblica per circostanze amministrative sedimentatesi negli anni nell’indifferenza della politica. Grazie alle capacità tecniche del nuovo direttore Esposito, all’impegno dei sindacati e al sostegno della Regione siamo riusciti a reintegrare le risorse mancanti e a programmare un percorso di aumento strutturale dei fondi per gli anni futuri. Finalmente l’Av5 sta uscendo da quella condizione di inferiorità oggettiva, evidenziata anche dall’Università di Ancona che in uno studio commissionato dalla Fondazione Carisap sulla base di dati del 2018, 2019 e 2020, ha evidenziato le profonde debolezze che in materia sanitaria connotano la nostra provincia. Abbiamo invertito la tendenza e non appena la pandemia avrà mollato la presa rafforzeremo l’Av5. Lavoreremo sulle reti cliniche, sul potenziamento dei servizi e su un nuovo rapporto con il privato sanitario. Le strutture private sono chiamate a svolgere ciò che è utile al sistema pubblico e non ciò che è più redditizio. Bando ai campanilismi e agli avvelenatori di pozzi. Ascoli e San Benedetto devono cooperare per l’interesse supremo del malato».

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