ASCOLI - La mancata ratifica dell’accordo sul riconoscimento dell’indennità per i tempi di vestizione fa scattare lo stato di agitazione di tre sigle sindacali. NurSind, Usb e Nursing Up annunciano «l’intenzione di assumere ogni iniziativa a sostegno e tutela di tutti gli oltre 2.000 lavoratori dell’Ast di Ascoli». A far scatenare la protesta, è stata la risposta, nei giorni scorsi, dell’Ast di Ancona nella quale, l’allora direttore generale dell’Asur, Nadia Storti, evidenzia il fatto che «non risulta rilasciata dalla direzione generale Asur alcuna specifica delega al direttore della ex Area vasta».
Il 14 dicembre dello scorso anno, l’allora direttore dell’Area vasta 5, Massimo Esposito, aveva incontrato le organizzazioni sindacali e aveva trovato l’accordo sulle indennità dei tempi di vestizione per l’Asur che, in precedenza, era stata condannata a pagare a seguito di un procedimento giudiziario. Accordo a cui, secondo quanto riferito dai referenti dei tre sindacati – Maurizio Pelosi, Mauro Giuliani e Roberto Tassi – non sarebbe stato dato seguito perché l’allora direttore non era stato delegato a firmare.
Una accusa rispedita al mittente da Esposito che, nell’annunciare azioni legali a tutela della propria immagine come persona e professionista, ha presentato una relazione alle Autorità Regionali in cui evidenzia la gravità e l’infondatezza delle accuse rivoltegli dai rappresentanti di alcune sigle sindacali.
Tale documento, discusso nell’incontro del 14 dicembre, è stato siglato dai presenti per dare certezza del contenuto concordato. Esso avrebbe dovuto essere condiviso e sottoscritto, in una fase successiva, dal direttore generale dell’Asur. Ma con la cessazione dell’Asur e la conseguente costituzione della nuova Ast di Ascoli, il procedimento si è interrotto. Per questo motivo, secondo quanto sostenuto dall’ex direttore Esposito, l’accordo non è stato reso definitivo con la sottoscrizione da parte del direttore generale o di un altro soggetto da lui appositamente delegato. Esposito, inoltre, tiene ad evidenziare che nulla di irregolare e di “inqualificabile” è addebitabile all’ex direttore dell’Av5, che ha svolto il suo ruolo nei limiti che gli venivano concessi e che non può essere accusato del fatto che il percorso contrattuale si sia interrotto.
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