Un partner forte per la società dei rifiuti Picenambiente: entra la multiservizi romana Acea

Un partner forte per la società dei rifiuti Picenambiente: entra la multiservizi romana Acea
di di Mario Paci
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Giovedì 30 Settembre 2021, 07:40

ASCOLI - Picenambiente, società mista pubblica-privata, concessionaria del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e assimilati in 29 comuni soci della provincia (34 milioni di euro di fatturato) si consolida con l’ingresso di un socio privato molto importante: Acea. La società multiservizi romana ha infatti sottoscritto un accordo con la società Rem (operatore privato controllato dalla famiglia Di Zio) per l’acquisizione del 65% di Deco e, tramite quest’ultima, del 100% di Ecologica Sangro che sarà acquisita da Deco entro la data del closing dell’operazione.

Deco è attiva nel settore dei rifiuti in Abruzzo e si occupa della progettazione, realizzazione e gestione di impianti di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti solidi urbani e di impianti di recupero energetico da fonti rinnovabili ma soprattutto detiene il 21,8% delle quote di Picenambiente. Il valore economico dell’operazione, riferita al 100% di Deco, in termini di enterprise value è di 68 milioni di euro. Il prezzo provvisorio per l’acquisizione del 65% di Deco è pari a 61,4 milioni di euro; verrà corrisposto utilizzando risorse proprie di Acea e sarà oggetto di conguaglio sulla base dei valori della posizione finanziaria netta al closing. L’accordo prevede la possibilità per Acea di aumentare la partecipazione al 100% di Deco. «Siamo contenti che un società così importante come Acea, tramite la controllata Deco, stia ora con noi» afferma il presidente di Picenambiente, Francesco Chincoli. 
Gli sviluppi
Le prossime mosse saranno quelle del consiglio di amministrazione dove Acea dovrà decidere se lasciare l’attuale membro o (probabilmente) sostituirlo. L’ingresso di Acea nell’azionariato potrebbe dare maggiore sviluppo a Picenambiente che attualmente gestisce anche gli impianti di selezione e recupero dei rifiuti a Spinetoli, il trattamento meccanico biologico (TMB) e il compostaggio di qualità al polo tecnologico di Relluce, i centri comunali di raccolta (anche Raee), il centro di trasferenza dei rifiuti solidi urbani presso il sito di San Benedetto in Via Brodolini e la gestione tecnica/operativa della discarica comunale di San Benedetto del Tronto di Colle Sgariglia ora dismessa.
Il piano d’ambito
La prossima partita cruciale per Picenambiente sarà l’approvazione del piano d’ambito dei rifiuti che prevede la realizzazione della vasca zero (un milione di tonnellate di rifiuti) e il biodigestore a Relluce.

L’assemblea dei sindaci dell’Ata deve approvarlo entro la fine dell’anno, pena il commissariamento, ma i primi cittadini di Castel di Lama, Appignano e Castignano sono contrari e alzano le barricate anche perchè secondo loro il piano d’ambito avrebbe una durata monstre di trent’anni. Il voto dei sindaci è previsto per metà d’ottobre, sicuramente dopo le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre per non alimentare ulteriori turbolenze politiche. «Il piano d’ambito è una scelta che spetta alla politica - premette il presidente di Picenambiente, Francesco Chincoli - ma in questo momento, dopo che le altre Province marchigiane si sono già mosse, decidere di non decidere sarebbe la cosa peggiore. Ci deve essere un comportamento responsabile della politica». La soluzione potrebbe essere quella degli “ammortizzatori ambientali”, magari royalties da assegnare a quei comuni della Vallata del Tronto che inevitabilmente avranno dei disagi. Oppure trasferire i rifiuti altrove con i camion ma delegare la decisione a un eventuale commissario sarebbe da codardi.

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