Botte alla Quintana, il monito degli organizzatori: «Più rispetto, certi comportamenti rovinano la rievocazione in diretta tv»

Momenti di tensione sugli spalti
Momenti di tensione sugli spalti
di Pierfrancesco Simoni
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Martedì 3 Agosto 2021, 06:45

ASCOLI - «Certi comportamenti non hanno nulla a che vedere con la Quintana. Chi assiste alla Giostra non può prevaricare le norme dell’educazione civica e mettere persino a repentaglio l’incolumità di altri spettatori. Bisogna restare entro i limiti della correttezza perché si rischia di sminuire il grande lavoro svolto per organizzare manifestazioni complesse come queste, soprattutto in un momento così delicato. Abbiamo ricevuto altri complimenti per la riuscita della Quintana di ieri (domenica, ndr), dopo quelli al termine della rievocazione di luglio. Sono stato attaccato al telefono per giorni per valutare come preparare la manifestazione e studiare l’evoluzione dei contagi dopo il trionfo dell’Italia agli Europei di calcio. Ci vuole più rispetto».

Il presidente del consiglio degli anziani, Massimo Massetti, stigmatizza il comportamento tenuto da alcuni sestieranti sugli spalti e nel contempo evidenzia gli sforzi per portare a casa una super Giostra. L’atto più grave è stato il lancio di un fumogeno all’indirizzo di alcune spettatori. Dal sestiere di Porta Romana fanno sapere che l’autore del gesto si è presentato, domenica sera, per scusarsi. Un comportamento anche lodevole, ma sarebbe stato meglio pensarci prima. Non è escluso, comunque, che nei suoi confronti vengano presi dei provvedimenti. 

Il campo dei giochi non è lo stadio. È un mantra che dovrebbero ripetersi quotidianamente tutti i sestieranti. Striscioni, fiaccole, fumogeni, palloncini, piatti di plastica usati per fare il tifo sono fuori luogo. Poi, un pizzico di sportività in più non guasta. Era stata imboccata una strada corretta. Sembravano lontani i fischi incessanti e gli ululati che accompagnavano le tornate dei big come Ricci, Veneri, Vignoli e Margasini. Per non parlare della bottiglietta lanciata a Lorenzo Paci di Porta Tufilla mentre stava gareggiando. Quest’anno siamo tornati indietro, ma si può rimediare. Massetti avanza una proposta: «Nel 2018 - ricorda - chiedemmo ai sestieri di leggere un messaggio di fair play durante la cena propiziatoria. Testo che poi fu riproposto al campo dei giochi dallo speaker ufficiale Mario La Rocca. I risultati ci furono. A questo punto potremmo ripeterlo ogni anno. Anche il sestiere può giocare un ruolo importante, sensibilizzando costantemente tutti i ragazzi. Il problema è che ciò potrebbe non bastare». 

Massetti rimarca anche il salto in avanti compiuto dalla Giostra sotto il profilo squisitamente tecnico. «Fino a una decina di anni fa - afferma - già alla seconda tornata l’esito era deciso. Alla terza partecipava la metà dei cavalieri. Addirittura si stava formando il partito di quelli che volevano stravolgere le regole. Oggi non è più così. Il livello dei cavalieri si è alzato notevolmente. Si effettuano tornate stratosferiche. Sono talmente belle ed emozionanti che i comportamenti tenuti dagli spettatori sugli spalti debbono essere rispettosi del lavoro compiuto da sestieri e scuderie».

Massimo Gubbini si aggiudicato il Premio Orlini, offerto dalla Cna e assegnato al cavaliere che nel corso delle due Giostre ha ottenuto il maggior numero di punti. Il rossonero ne ha totalizzati 4.064, così distribuiti: 1980 a luglio e il primato con 2084 ad agosto. 

La diretta della Quintana su Rai 3 ha tenuto incollati al televisore circa 391mila spettatori (share del 3,24%). Non siamo ai record, ma resta una buona performance vista la “concorrenza” per l’emittente di Stato di Vera Tv, Tvrs e del web. Massetti commenta così i numeri: «Sono soddisfatto, anche in considerazione che altre emittenti trasmettevano la Giostra in diretta e per intero. Tanti amici in tutta Italia mi hanno contattato e fatto i complimenti. Nella chat dei vari responsabili delle rievocazioni storiche nazionali si sono congratulati. La buona riuscita della manifestazione, mi riferisco anche a luglio, ha infuso in molte organizzazioni di queste manifestazioni il coraggio di rimettersi in moto».
 

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