Prysmian, l'ira degli operai
in consiglio comunale

Prysmian, l'ira degli operai in consiglio comunale
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Martedì 31 Marzo 2015, 21:09 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 12:51
ASCOLI - Si è tenuto il consiglio comunale sui licenziamenti allo stabilimento Prysmian di Ascoli.

Il leit motiv resta sempre l'accusa alla politica, tutta e ad ogni livello, un tema ricorrente alimentato dalla rabbia che forse, offusca la possibilità di discernere quello che possono fare le istituzioni locali e quello che invece si può fare a livello nazionale. Certo, i rappresentanti politici del territorio avrebbero potuto battere i pugni con più veemenza "e invece venite solo a chiederci il voto". Lo sfogo è di Eva Galié moglie di un operaio Prysmian che non riceverà lo stipendio di marzo. In termini meno forti ma ugualmente incisivi lo ha ripetuto Marsilio Antonucci della Cisl: "Un territorio abbandonato" così ha definito il Piceno l'esponente Femca. "Le azioni Prysmian all'annuncio della chiusura sono schizzate da 12 a 19 euro" ricorda Ubaldo Falciani della Filctem Cgil. Sono bastati quei tre minuti del 27 febbraio in cui Hans Hoegstedt ha annunciato di voler chiudere lo stabilimento di Castagneti per far volare il titolo, tre minuti per tarpare le ali ai sogni dei figli di tanti operai che passeranno una Pasqua amara. E se il sindaco pone il punto interrogativo sulla frase "crisi dello stabilimento Prysmian di Ascoli" poiché a quanto pare la fabbrica di Castagneti gode di buona salute e "non può pagare Ascoli il prezzo della razionalizzazione", il capogruppo Pd Francesco Ameli punta l'attenzione sulla mancanza di proposte che ha seguito la fine della Casmez. Suggerisce di ripartire dai vari protocolli d'intesa in essere, che da troppi anni sono contenitori senza contenuti.
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