La Provincia rischia il dissesto finanziario. La Corte dei Conti: «Entro dicembre misure per il disavanzo»

La sede della Provincia
La sede della Provincia
di Mario Paci
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Venerdì 18 Novembre 2022, 05:50


ASCOLI - Dopo la disgraziata divisione con Fermo la Provincia di Ascoli si barcamena fra i debiti. Nel 2013 ammontavano a quasi venti milioni e dopo un piano di risanamento, complice l’emergenza sanitaria legata Covid, i conti sono ulteriormente peggiorati arrivando nel 2020 a un rosso di 25 milioni. Negli ultimi due anni la situazione delle finanze è migliorata ma la Corte dei Conti ha acceso di nuovo i riflettori sullo stato economico di Palazzo San Filippo. 

 
 
«Le misure di risanamento adottate dall’ente e gli interventi di carattere straordinario, ma comunque episodico, disposti dal legislatore in favore degli enti in difficoltà finanziaria hanno contribuito a migliorare, sia nel 2020 che, a quanto pare, anche nel 2021, il disavanzo della Provincia di Ascoli Piceno, riallineandolo agli obiettivi prefissati» sottolinea l’organo contabile. «Continua tuttavia a destare preoccupazione il permanere di importanti fattori di squilibrio strutturale, palesati sia dal costante andamento negativo degli equilibri di bilancio, soprattutto quelli di parte corrente, sia dalla cronica persistenza di fortissime tensioni di cassa (espresse dall’ingente importo di vincoli di cassa non ricostituiti e/o anticipazioni di tesoreria non restituite o solo formalmente restituite al termine dell’esercizio), che lasciano intravedere il rischio che, al termine della vigenza del piano di risanamento a fine dicembre ) l’eventuale ripiano del disavanzo pregresso possa essere successivamente vanificato dal riproporsi di nuove e persino maggiori criticità, cagionate proprio dalla mancata rimozione degli attuali fattori di squilibrio strutturale».

In attesa della definitiva rendicontazione dell’esercizio 2021 e dell’imminente scadenza del piano la Corte dei conti invita quindi la Provincia ad adottare tutte le necessarie iniziative per il consolidamento dei miglioramenti finora raggiunti e per la stabilizzazione degli interventi di risanamento finanziario e di duraturo ripristino degli equilibri di bilancio in una prospettiva di medio-lungo termine. A cominciare dal piano di dismissione del patrimonio (proprietà sul pianoro di Colle San Marco e a Castel di Lama). La Corte dei Conti conclude con un monito richiamando l’attenzione su quanto stabilito dalle legge: «Il mancato raggiungimento del riequilibrio finanziario dell’ente al termine del periodo di durata del piano stesso comporta l’automatica applicazione della procedura di dissesto guidato». 

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