Ascoli, le opere d’arte delle chiese
trasferite in due locali della curia

Il recupero di un'opera d'arte
Il recupero di un'opera d'arte
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Venerdì 13 Luglio 2018, 05:55
ASCOLI - Verranno trasferiti in due locali di proprietà della curia le opere d’arte più preziose recuperate dalle chiese danneggiate dal sisma. Le opere in un primo momento erano state sistemate all’ex Carbon dopo che Restart, nello scorso autunno, aveva provveduto ad attrezzare i locali un tempo utilizzati come spogliatoi per gli operai e renderli idonei ad accogliere il gran numero di reperti che a partire dal 24 agosto del 2016 sono stati recuperati e catalogati. Il ministero dei beni culturali, anche per motivi di sicurezza, ha sollecitato la curia a trovare una sistemazione differente tanto che sono stati individuati due locali a pochi passi dal duomo, tra via Alighieri e Lungo Castellano, dove entro pochi giorni verranno trasferite le opere d’arte di maggior pregio e valore. Nei mesi scorsi è stato provveduto a montare le scaffalature, le rastrelliere e gli arredi necessari per poi dotare i nuovi locali anche di adeguati dispositivi di sicurezza. Tenuto conto della gran quantità di reperti artistici recuperati, una parte considerevole rimarrà comunque alla ex Carbon. Gli oggetti sono stati censiti ed per ogni pezzo salvato tra le macerie è stato catalogato per poi essere custodito in attesa che possa in futuro tornare al loro posto dopo gli interventi di restauro e di ricostruzione degli edifici di culto lesionate dalle numerose scosse che si sono susseguite. Sin da subito gli esperti del ministero hanno mostrato molta attenzione alla custodia degli oggetti preziosi recuperati tanto che avevano in un primo momento avanzato l’ipotesi che le opere d’arte dovessero essere custodite alla Mole Vanvitelliana di Ancona. Fu il vescovo di Ascoli, Giovanni D’Ercole, a opporsi strenuamente e ad ottenere che le opere rimanessero ad Ascoli. Grazie alla disponibilità di Restart che mise a disposizione l’ex spogliatoio della fabbrica di via Piemonte e si accollò le spese di circa 20mila euro necessaria per allestire il magazzino, le opere rimasero ad Ascoli. Ma il Mibact aveva fortemente consigliato la curia di trovare una sistemazione più appropriata in grado di garantire anche una maggiore sicurezza alle opere d’arte. A quel punto, grazie anche alla disponibilità del parroco della Cattedrale, don Angelo Ciancotti, furono individuati i locali.
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