Confindustria dà l'aut aut al consorzio: «Basta Piceno Consind, è diventato un pozzo senza fine»

Un capannone industriale dismesso
Un capannone industriale dismesso
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Lunedì 8 Marzo 2021, 09:05

ASCOLI - Gli industriali piceni esprimono profonda preoccupazione per la possibile interruzione del servizio di depurazione delle acque civili ed industriali a causa dell’aggravarsi della situazione finanziaria del Piceno Consind che deve alla Picena Depur 21 milioni di euro.

«Un problema che, se non risolto tempestivamente - dichiara Gianni Tardini, imprenditore piceno e presidente di Piccola Industria di Confindustria a livello regionale - potrebbe causare conseguenze gravissime e danni irreparabili a tutte le imprese picene e che si inserisce nella più ampia questione sull’effettivo contributo che il Piceno Consind fornisce alla crescita economica del nostro territorio».

I fatti di questi ultimi giorni legati alla gestione della depurazione in zona industriale sono infatti solo l’ennesimo capitolo di una vecchia storia nota a tutti, di un libro peraltro chiuso, quello della Cassa del Mezzogiorno, ma su cui nessuno ha voluto scrivere definitivamente la parola fine. «Oggi più che mai, in una fase storica in cui è indispensabile concentrare ogni possibile risorsa per accrescere l’attrattività del Piceno e la competitività delle sue imprese, è responsabilità della classe dirigente, regionale e locale, porsi la domanda se valga la pena o meno continuare a far sopravvivere un consorzio di Comuni iper-indebitato, con funzioni da tempo non più allineate alle reali esigenze degli imprenditori e comunque interrogarsi sul ruolo futuro dell’ente, ascoltando imprenditori e istituzioni» afferma Tardini. Confindustria crede fermamente che con questa vicenda relativa alla depurazione sia arrivato il momento delle decisioni forti, di liberare le imprese dai vincoli non più rispondenti al contesto dinamico e competitivo in cui operano, che ha bisogno di tempi di risposta certi e coscienziosi. «Non è più accettabile assistere a pignoramenti notificati nei giorni scorsi direttamente alle aziende a causa dei mancati pagamenti del Piceno Consind nei confronti della Picena Depur» tuona Tardini che rimarca le inadempienze che mettono a rischio la normale operatività delle imprese e il regolare proseguimento delle attività lavorative. E tutto questo avviene incredibilmente nel corso della crisi economica e sociale più grave dal secondo dopoguerra.

«Freni e zavorre che trovano forma e concretezza anche nella scarsa sensibilità con le quali non si sono volute applicare agevolazioni, come quelle sollecitate da Confindustria relativamente ai canoni per l’occupazione degli spazi consortili per gli anni 2019 e 2020 - ricorda Tardini - Infatti, malgrado l’esistenza di una norma di esenzione dalla Tosap nell’area del cratere sismico e il rinvio esplicito alla disciplina del tributo comunale ad opera del regolamento consortile, il Piceno Consind non ha rinunciato al prelievo nei confronti delle imprese, contraddicendo ancora una volta nei fatti le finalità enunciate nel suo statuto: promuovere lo sviluppo delle iniziative produttive, industriali, artigianali, commerciali nonché dei servizi terziari nei comuni consorziati».
Mario Paci

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