ASCOLI - La nomina di monsignor Gianpiero Palmieri a vescovo di Ascoli ha ridato entusiasmo alla diocesi messa a dura prova dopo le improvvise dimissioni del vescovo Giovanni d’Ercole e da casi di cronaca spinosi finiti alla ribalta nazionale. Monsignor Gianpiero Palmieri ha solo 55 anni e ciò fa sperare che possa dare maggiore vigore e una ventata di rinnovamento alla diocesi ascolana. Giovane d’età ma già molto esperto essendo stato vicegerente della diocesi di Roma (il Papa gli ha conferito la dignità di arcivescovo).
Spetterà dunque al vescovo Palmieri che si insedierà ufficialmente nella diocesi il 28 novembre riprendere in mano alcuni dossier, aperti da Montevecchi e non portati a termine dal successore D’Ercole. In primis la riorganizzazione delle parrocchie. Da decenni è in atto un sostanziale calo del numero di sacerdoti nella chiesa cattolica.
Oltre al calo delle vocazioni sacerdotali c’è da aggiungere che molti sacerdoti della diocesi ascolana fra poco tempo andranno in pensione e dovranno essere sostituiti. Ma se non c’è un ricambio sarà inevitabile una razionalizzazione delle parrocchie. Del progetto se ne discute da anni ma non è stato mai portato a termine. Il caso del Sacro Cuore e e della chiesa dei santi Pietro e Paolo dovrebbe pur dire qualcosa. Stesso discorso vale proprio per le diocesi che potrebbero essere accorpate (Ascoli con San Benedetto). Un disegno a più ampio raggio già nella mente di Papa Francesco.