Anziana cade dal lettino d'ospedale e dopo tre mesi muore, la famiglia chiede chiarezza

L'ospedale Mazzoni
L'ospedale Mazzoni
di Luigi Miozzi
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Martedì 8 Marzo 2022, 05:35

ASCOLI - Un’anziana cade dal lettino della Radiologia del Mazzoni mentre si sta sottoponendo ad una radiografia. A distanza di quasi tre mesi, lo scorso 1 marzo, la donna è deceduta ed ora la figlia denuncia la mancata sorveglianza del personale dell’Asur al momento dell’incidente. 

 

«Lo scorso 13 dicembre mio padre ha accompagnato mia madre Gabriella Governatori di 81 anni, ad effettuare una radiografia della zona lombare presso l’Uo di Radiologia del Mazzoni - riferisce la figlia dell’anziana, Roberta Di Benedetto - e con loro era presente anche l’assistente di mia madre, poiché invalida al 100 per cento con indennità di accompagno. Al momento di entrare nella stanza, l’assistente di mia madre ha chiesto al personale presente di poter assistere mia madre in quanto persona non autosufficiente. Ma ciò non le è stato consentito nemmeno dietro esplicita insistenza». Mentre erano in attesa che terminasse l’esame diagnostico, il marito della signora Gabriella e l’assistente hanno sentito un tonfo provenire dall’interno della sala radiologica a cui è seguito un lamento. «Temendo che mia madre fosse caduta - racconta la figlia - sono entrati nella stanza e gli operatori hanno loro confermato che la paziente era caduta dal lettino». L’anziana è stata subito soccorsa e trasportata al pronto soccorso dove le è stato riscontrato un trauma cranico. È stata trasportata all’ospedale di Torrette dove è stata sottoposta ad un intervento chirurgico. A distanza di quasi tre mesi da quei fatti la donna, dopo essere stata ricoverata in terapia intensiva, è purtroppo deceduta. 

«A volte, al di là dei rigidi protocolli e delle linee guida ci vorrebbe soltanto un po’ di buon senso - dice ancora Roberta Di Benedetto - sarebbe bastato permettere all’assistente di mia madre di rimanere in stanza durante l’esame radiologico e tutto ciò non sarebbe successo. Spero che vengano adottate tutte le misure di sorveglianza e sicurezza affinché si possa stare certi che quando affidiamo i nostri cari alle cure dei sanitari essi vengano trattati come fossero “loro cari”. Altrimenti la cosiddetta “umanizzazione delle cure” rimane un concetto astratto e non realistico». La Procura di Ascoli sta cercando di fare piena luce su quanto accaduto e sta raccogliendo tutti gli elementi necessari per accertare le eventuali responsabilità.
 

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