Ascoli, tre arresti e 14 indagati ​
per foto e video pedopornografici

Ascoli, tre arresti e 14 indagati ​ per foto e video pedopornografici
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Martedì 27 Ottobre 2015, 20:07 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 16:11
ASCOLI - Circa un milione di immagini e video di natura pedopornografica sono state sequestrate dalla Polizia di Stato durante una operazione antipedofilia, denominata Cloud, coordinata dalla Procura distrettuale di Catania, che ha portato all'arresto, rispettivamente a Napoli, Milano e Salerno, di tre persone trovate con un ingente quantitativo di materiale pedopornografico da parte della polizia postale e telecomunicazioni di Catania. Per la prima volta nell'ambito di un'inchiesta su divulgazione e distribuzione di materiale pedopornografico su internet è contestata anche l'associazione per delinquere. L'operazione è stata illustrata a Catania durante una conferenza stampa alla quale hanno preso parte, tra gli altri, il procuratore della Repubblica Michelangelo Patanè e il procuratore aggiunto Marisa Scavo. Altre 14 persone tra cui un ascolano sono indagate. Gli indagati erano originariamente 18. Uno di essi, un palermitano, è nel frattempo deceduto.

Le città interessate dalle perquisizioni sono state: Milano, Cremona, Ascoli Piceno, Varese, Salerno, Napoli, Nuoro, Rieti e Treviso. Gli arresti sono stati compiuti in flagranza di reato a Napoli, dove un libero professionista di 40 anni è stato trovato in possesso di circa 1.500 video di pornografia minorile; a Milano, dove è stato arrestato un dipendente pubblico di 55 anni che aveva circa 110.000 immagini e 1.700 video pedopornografici; a Salerno, dove è stato arrestato un disoccupato di 51 anni trovato in possesso di oltre 2.000 video pedopornografici.

L'indagine ha anche permesso di accertare numerosi contatti tra gli indagati ed un centinaio di persone in Francia, Regno Unito, Islanda, Polonia, Brasile, Marocco, i cui relativi dati sono stati comunicati alle autorità internazionali. L’inchiesta ha consentito di individuare le graduali tappe dell’affiliazione dei singoli associati e l’estrema cautela nell’accettazione di nuovi sodali: solo dopo un graduale contatto e dopo aver dimostrato un effettivo interesse al materiale illecito e una effettiva disponibilità di materiale da offrire in cambio di altro materiale, il singolo associato veniva ammesso alla condivisione dell’archivio esistente sul cloud storage. Le perquisizioni hanno dato esito positivo anche per gli altri indagati, anche in tal caso importando il sequestro di ulteriore materiale illecito. Nel complesso, ad una prima verifica effettuata in sede di perquisizione informatica, su hard disk e servizi di cloud storage risulta rinvenuto un milione circa di immagini e video di natura pedopornografica , molti di quali di contenuto particolarmente raccapricciante in quanto raffiguranti minori impegnati anche in scene di sesso con animali o sottoposti a strumenti di tortura e costrizione, circostanza che evidenzia la particolare perversione degli indagati.
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