Operatori sanitari no vax, emergenza sempre più forte: scattano altre 60 diffide

Operatori sanitari no vax, emergenza sempre più forte: scattano altre 60 diffide
Operatori sanitari no vax, emergenza sempre più forte: scattano altre 60 diffide
di Mario Paci
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Mercoledì 19 Gennaio 2022, 01:55

ASCOLI  - Nonostante l’entrata in funzione del Green pass rafforzato che esclude i No vax da moltissimi luoghi e servizi esiste ancora una cospicua sacca di operatori sanitari della provincia che non intende assolutamente vaccinarsi per evitare il contagio Covid. Per questo motivo, nonostante i solleciti, la presidente dell’Ordine provinciale dei medici, Fiorella De Angelis, si vede costretta a inviare nelle prossime ore una sessantina di diffide ai diretti interessati. Fra di loro anche medici anziani che in realtà non professano più da parecchio tempo.


Entro cinque giorni dovranno indicare la data nella quale sottoporsi all’iniezione oppure spiegare i motivi dell’esonero.

Qualora non lo facessero scatterebbe la procedura disciplinare che prevede la sospensione amministrativa fino al 15 giugno, mentre i certificati di esonero finora rilasciati scadranno a fine mese. Come purtroppo accade c’è anche chi per aggirare l’ostacolo ricorre al certificato di malattia che stoppa il provvedimento disciplinare. Si tratta di un fenomeno difficilmente controllabile, che rischia di allargarsi a macchia d’olio e che potrebbe portare ad un aumento delle certificazioni ben oltre quel 5- 7% previsto a livello nazionale.

D’altronde, per spiegare il picco di assenze dal lavoro esistono anche altre cause, dato che le temperature si sono abbassate e sono arrivati i primi virus stagionali, in concomitanza con un certo allentamento delle misure di distanziamento e di protezione dal Covid rispetto all’anno scorso. Ma si tratta di ipotesi per rimanere nel campo garantista... Teoricamente il medico di base dovrebbe limitarsi a certificare solo ciò che riesce a constatare direttamente nell’espletamento della sua professione, mentre oggi di fatto viene obbligato dal sistema a certificare una sintomatologia soggettiva riferita dal paziente che non è assolutamente obiettivabile. Ma coì è; di autocertificazione dei primi giorni di malattia da parte dei pazienti non se ne vuol parlare poichè manca la volontà politica di affrontare il problema, pertanto le cose continueranno ad essere così ancora per lungo tempo. In definitiva, fintanto che le cose rimarranno così, nessun medico potrà mai essere validamente accusato di essere colluso con il paziente, salvo prova contraria tutta da dimostrare.


Un’altra difficoltà operativa che l’Ordine dei medici provinciale si trova ad affrontare è il corto circuito fra le varie piattaforme informatiche finora in uso dove spesso i dati sensibili non vengono inseriti adeguatamente o aggiornati. Per cui è avvenuto che medici siano stati diffidati per errore con relativa valanga di controdeduzioni (se va bene) o ricorsi legali. Anche in questo caso sarebbe auspicabile un chiarimento da parte degli organi deputati.

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