Omicidio dell'ex carabiniere: la procura chiude le indagini. La coppia indagata verso il processo

Il luogo dell'omicidio
Il luogo dell'omicidio
di Luigi Miozzi
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Martedì 26 Gennaio 2021, 01:50

ASCOLI - Terminata l’attività investigativa nell’omicidio di Antonio Cianfrone. La procura di Ascoli ha notificato ieri ai difensori e ai due indagati, Giuseppe Spagnulo e la moglie Francesca Angiulli, l’avviso di conclusioni delle indagini per la morte dell’ex vice comandante della caserma dei carabinieri di Monsampolo assassinato a colpi di pistola la mattina del 3 giugno mentre stava facendo jogging sulla pista ciclabile di Pagliare. Ci si avvia, dunque, verso la richiesta d rinvio a giudizio. 

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Gli avvocati Alessandro Angelozzi e Felice Franchi che difendono i coniugi ritenuti i presunti responsabili dell’omicidio, avranno 20 giorni per depositare eventuali memorie, produrre documenti e chiedere approfondimenti di indagine oppure l’indagato potrebbe richiedere di essere sottoposto ad interrogatorio.

Se non dovessero essere intraprese azioni in tal senso, la procura a quel punto può inoltrare al giudice per le indagini preliminari la richiesta di rinvio a giudizio di moglie e marito. 


Il 3 giugno 2020 Antonio Cianfrone fu ucciso con quattro colpi sparati con una pistola di piccolo calibro da due persone in sella a una motocicletta. Per la Procura di Ascoli a compiere l’omicidio sono stati i coniugi Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli. Sarebbero loro i due motociclisti ripresi mentre fuggivano dalle telecamere degli impianti di sorveglianza presenti nella zona dell’omicidio. Entrambi dal 9 giugno sono rinchiusi in carcere. Durante le indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Ascoli, sono stati eseguiti nei laboratori del Ris di Roma anche accertamenti tecnici tra cui i test per verificare la presenza di polvere da sparo sia su alcuni indumenti sequestrati nel corso di una perquisizione nell’abitazione degli indagati sia sul casco e sulla moto di Spagnulo che hanno rilevato la presenza sulle manopole del manubrio di polvere da sparo compatibile con quella prelevata sul corpo di Cianfrone. Mai rinvenuta l’arma del delitto». 

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