ASCOLI - L’amore per Ascoli e il territorio piceno hanno sempre ispirato la sua azione di politico e di amministratore pubblico. La città perde uno dei suoi figli prediletti che con il suo impegno ha contribuito fattivamente a far crescere. È morto all’età di 90 anni l’ex sindaco Carlo Mario Nardinocchi.
Era stato primo cittadino democristiano tra il 1990 e il 1993, subentrando ad Amedeo Ciccanti per poi lasciare il timone a Nazzareno Cappelli. Furono gli anni in cui lo Scudocrociato ottenne la maggioranza assoluta dei seggi in consiglio comunale (24 consiglieri su 40), ma fu lo stesso Nardinocchi a decidere di non guidare una giunta monocolore, ma di varare un esecutivo di coalizione. Erano gli anni del Pentapartito e solo dalle elezioni del 1995 sarebbe entrata in vigore la Riforma Ciaffi che prevedeva l’elezione diretta del sindaco.
L’acume politico e le capacità di mediatore, consentirono a Nardinocchi di ottenere dei risultati decisivi per la città. Fu proprio sotto il suo mandato che, insieme con Costantino Rozzi, ottenne, dall’università di Camerino, l’apertura della facoltà di Architettura ad Ascoli. Esponente di spicco della Dc a cavallo tra gli anni Settanta e Novanta, apparteneva alla corrente di De Cocci rappresentata a livello nazionale da Giulio Andreotti, aveva condiviso il suo cammino politico con Giovanni Ramazzotti, già presidente della Provincia e a Antonio Orlini.
Il suo impegno politico lo portò a ricoprire incarichi in alcuni enti.