Ascoli, minacce al console Morganti
"Mi dimetto dal ruolo nel sestiere"

Luigi Morganti
Luigi Morganti
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Martedì 11 Dicembre 2018, 07:25
ASCOLI - Un’altra clamorosa decisione scuote il sestiere della Piazzarola: Luigi Morganti non è più il console dell’arme biancorossa. «Sono stufo ed esasperato; ho fatto il possibile per mettere tutti d’accordo ma non ci sono riuscito. Quando poi arrivano anche le minacce, davvero tutto questo non ha più senso». Ieri mattina infatti, l’ormai ex console della Piazzarola ha trovato sul parabrezza della propria auto un foglio con su scritto parole molto pesanti, con frasi disdicevoli e intimidatorie equiparabili a tutti gli effetti a vere e proprie minacce. «In un sestiere dovrebbe esserci amore e non odio, avevo sempre ribadito a tutti quanti di fondare il nostro operato su pace, serenità e armonia. Ho resistito finché ho potuto, ma adesso basta davvero. Non è possibile arrivare addirittura a ricevere minacce, ho visto mia moglie davvero impaurita. Le mie dimissioni sono irrevocabili e niente e nessuno mi farà tornare sui miei passi». Così, dopo le dimissioni del caposestiere Amedeo Lanciotti, del vice Alfredo Bartoli e dei consiglieri Carlo Bartoli, Luca Fattori, Andrea Frollo e Sabatino Lori che già avevano gettato nel caos il sestiere della Piazzarola, l’arme biancorossa si ritrova anche senza console. E adesso la situazione rischia di degenerare completamente: «La nostra idea è quella di continuare, ma sarà difficile. La notizia delle dimissioni del console ci ha destabilizzato, non nego che qualcuno abbia iniziato a vacillare» ha confessato Enrico Celani, che con tutta probabilità sarebbe dovuto diventare il nuovo caposestiere della Piazzarola non appena il console Morganti avesse convocato la riunione di comitato. E invece allo stato attuale delle cose è difficile da ipotizzare l’imminente futuro del sestiere: basterà infatti una sola ulteriore dimissione da parte di uno degli attuali sette consiglieri del comitato (Pierluigi Messidori, Giancarlo Mari, Vito Guarini, Luciana Poli, Emidio Marozzi, Daniele Mancini e lo stesso Celani) per arrivare al commissariamento del sestiere. 
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