La città in lutto per Alberto Farina, l'imprenditore poeta con la passione per il dialetto

Alberto Farina in compagnia del professor Antonio D’Isidoro durante un incontro sul dialetto ascolano
Alberto Farina in compagnia del professor Antonio D’Isidoro durante un incontro sul dialetto ascolano
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Martedì 8 Dicembre 2020, 05:20

ASCOLI Nella tarda serata di domenica è venuto a mancare Alberto Farina, ascolano doc, imprenditore di professione, poeta per vocazione. Aveva 75 anni.

«Provenendo da Roma - lo ricorda così Roberto Tomei - Alberto è stata la prima persona che ho conosciuto in Ascoli e colui che mi ha illustrato la città “di pietra” in tutti i suoi aspetti, specie i meno visibili, talora ignoti agli stessi abitanti.

Era tante cose insieme: uomo libero, acuto osservatore, spirito ironico, impareggiabile goliarda, persona caritatevole. Negli anni che ho trascorso in città, posso dire di averlo visto quasi tutti i giorni. Ci incontravamo sempre al Caffè Meletti, dove aveva un suo tavolo (quasi) riservato e al contempo aperto a tutti. Mi viene in mente una frase di Cipriani, il proprietario dell’Harry’s Bar: “alcuni hanno bisogno del tavolo per essere qualcuno, altri fanno il tavolo” e lui apparteneva alla seconda categoria.

Chiunque entrava non poteva fare a meno di andarlo a trovare, per scambiare qualche chiacchiera intelligente, specialmente sugli avvenimenti della città. Aveva lo sguardo lungo, Alberto, tanto da riuscire spesso a anticipare il corso degli eventi. Anche per questo, oltre che per la simpatia, tutti lo stavamo a sentire. Parlava e ascoltava, interrompendo il dialogo solo per fare la carità ai tanti disperati che passavano a chiederlo. Ciò che gli stava più a cuore era la poesia. Portava con sé penna e taccuino per ricordare persone, fatti e aneddoti, che poi finivano nelle sue poesie, tutte molto belle, in dialetto ascolano, di cui era un cultore, oltre che grande esperto. Ho avuto il privilegio di ascoltarne tante, ma mi resta il rammarico di non essere riuscito a convincerlo a pubblicarle. In questo era una “capa tosta”, ma penso che sarebbe un peccato disperdere quel patrimonio. Farlo ri-emergere, anzi, mi sembra doveroso». I funerali si terranno domani alle ore 10 nella chiesa del Buon Consiglio di Porta Romana.

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