Omicidio Lettieri, un altro indagato: nei guai anche il nipote di 17 anni di Lambru

Lettieri, le indagini ora portano a intrecci con Lambru a dicembre: oggi l interrogatorio del muratore
Lettieri, le indagini ora portano a intrecci con Lambru a dicembre: oggi l’interrogatorio del muratore
di Luigi Miozzi
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Lunedì 18 Gennaio 2021, 09:57

ASCOLI -  C’è un altro indagato per la morte di Franco Lettieri, il cinquantaseienne ucciso venerdì scorso in centro ad Ascoli, è il giovane nipote dell’uomo di 57 anni, Petre Lambru, fermato poco dopo il ferimento mortale con l’accusa di omicidio. La Procura dei minori di Ancona indaga infatti ora per omicidio volontario il nipote 17enne di Lambru. Il reato ipotizzato è quello di concorso in omicidio volontario per entrambi.

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La vittima Franco Lettieri, salernitano, ex collaboratore di giustizia sin da giovanissimo aveva iniziato a frequentare gli ambienti malavitosi venendo a conoscenza di tanti fatti accaduti all’interno della malavita salernitana che da pusher di droga lo avevano portato a diventare un prezioso collaboratore di giustizia. 

Le rivelazioni di Franco Lettieri, il cinquantaseienne ucciso venerdì scorso in pieno centro ad Ascoli, consentirono di fare luce sui traffici di droga che avvenivano nella provincia salernitana e anche su alcuni omicidi che furono compiuto nell’arco di un ventennio tra gli anni Ottanta e Duemila.

Nel luglio del 2003, rivelò all’allora procuratore della Dda di Salerno, Antonio Centore, parlò del traffico di droga a Salerno gestito dal gruppo di Massimiliano Placanica e a e Pontecagnano, con i Cataldo Esposito e Roberto Boccalupo.

Dalla sua collaborazione scaturirono condanne pesanti per diversi imputati finiti al centro delle inchieste della magistratura. Inoltre, le confessioni di “o Cacaglio” - come era conosciuto nell’ambiente - consentirono anche di fare piena luce su alcuni efferati omicidi che vennero compiuti nella zona tra il 1983 e il 1989 nella guerra tra clan che si contendevano il controllo del territorio. A partire dall’omicidio di Peppe Nese, del 13 marzo 1987, nipote di Luigi Grimaldi detto “o Vampiro”, capo dell’omonimo clan di Salerno. Nese fu ucciso nel suo locale, “Il Rosso e il Nero”, a Pastena. Grimaldi evase il 18 aprile dal carcere per vendicarsi contro Panella, erroneamente ritenuto mandante dell’assassinio di Nese. E così, come dichiarò Lettieri, che nacque l’eccidio di “Croce” del 16 maggio 1987 che costò la vita a tre persone che erano state prelevate da un commando in una bisca nel centro di Salerno e poi condotti in una zona al di sopra del castello Arechi dove furono uccisi. 

Lettieri ha raccontato ai magistrati anche di collaboratori di “pentiti” pagati o minacciati per fargli ritirare ogni dichiarazione alla magistratura. Per questo motivo, per alcuni anni, Lettieri venne inserito in un programma di protezione. Da qualche anno era arrivato ad Ascoli. Anche nel capoluogo piceno, in passato era stato oggetto di attenzioni da parte della magistratura per la morte di una donna ascolana con la quale si era accompagnato dopo che lei era rimasta vedova; si era parlato di un’ipotesi di maltrattamenti per la quale non erano stati però raccolti elementi. 

Intanto, prosegue l’attività degli inquirenti alla ricerca del movente che ha portato all’omicidio di Lettieri. Il nome di Petre Lambru l’ha fatto la stessa vittima con una chiamata al 112 poco prima di morire. A dicembre, erano già emerse delle relazioni tra Lettieri e la famiglia Lambru nell’ambito dell’inchiesta sul traffico di cocaina e che aveva portato all’arresto di sei persone. In quella stessa operazione venne deferito un minorenne alla procura per i Minori di Ancona. Si trattava del nipote di Petre Lambru ora rinchiuso nel carcere di Castrogno, questa mattina comparirà davanti al magistrato per la convalida dell’arresto.

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