Leone in gabbia da anni sul portale della chiesa di San Francesco. L’irritazione dei turisti

Il leone in travertino "ingabbiato"
Il leone in travertino "ingabbiato"
di Filippo Ferretti
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Lunedì 1 Maggio 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 11:30

ASCOLI - Amministratori, associazioni, ristoratori e agenzie sono convinti che lo sviluppo, soprattutto economico della città passi per il turismo, soprattutto in periodi come quello attuale, accompagnato da festività e da un grande afflusso di visitatori. Eppure, accade che proprio le bellezze architettoniche e artistiche di Ascoli vengano nascoste ai visitatori. 

 

Uno dei casi che in questo momento fanno più discutere è quello relativo alla chiesa di San Francesco, straordinario esempio di fusione tra gotico e romanico e oggetto continuo di visite da parte di fedeli, ma anche di turisti che approdano nelle cento torri anche per rendere omaggio alla figura del Poverello d’Assisi grazie alla scoperta di un edificio la cui costruzione ebbe inizio nel 1258 proprio in seguito alla visita del Santo umbro ad Ascoli.

Ebbene, tutto è partito dalla polemica scatenata dal ritorno di un gruppo di visitatori laziali, certi che già in occasione del loro precedente viaggio ascolano effettuato anni prima non fu possibile scattare agevolmente fotografie all’ingresso principale della chiesa di San Francesco, quello in via del Trivio, perché una sua parte è ingabbiata per proteggere i passanti. Data l’importanza del monumento, molto gettonato e continuamente immortalato dai telefonini, stupisce che nel corso del tempo nulla sia stato fatto per ripristinare questa parte della chiesa, il cui sostegno laterale impedisce tra l’altro di poter ammirare le particolari sculture presenti, tra cui quella di un leoncino praticamente nascosto agli occhi di chi guarda. 
 
Sulla questione è intervenuto anche il Coordinamento antidegrado che, tramite i canali social, sta criticando aspramente il perdurare del restauro. «Sono più di sei anni che la testa di quel leoncino spunta fuori dal sostegno di protezione» evidenziano i responsabili dell’associazione, certi che erano stati proprio loro ad aver segnalato la criticità statica di quell’importante elemento anche prima del terremoto del 2016. «Rivolgiamo un appello all’Arengo perché possa intervenire quanto prima su quel restauro» aggiungono, segnalando la gravità di quanto accade a così tanta distanza di tempo. 

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