ASCOLI - Mancano i soldi e l’associazione Gli amici dello Iom si ferma. Almeno per i mesi di aprile e maggio. «Siamo in riserva: abbiamo autonomia sino a marzo, poi finiamo. A meno che non avvenga un miracolo». Con queste parole, strozzate dall’emozione, Ludovica Teodori, la presidente e fondatrice della realtà che aiuta le persone malate di tumore e le loro famiglie, ha annunciato qualche giorno fa la notizia al suo staff. E il miracolo, almeno per il momento, non è avvenuto.
Quasi 30 anni di attività e lusinghieri risultati ottenuti attraverso il lavoro di tanti straordinari volontari, in prima linea per assicurare assistenza domiciliare gratuita ai malati oncologici. Un’equipe di professionisti costituita da un fisiatra esperto in cure palliative, fisioterapisti, Oss, una psico-oncologa e tanti operatori domiciliari, compresi un parrucchiere e un volontario trasportatore di ausili ospedalieri. Un periodo pieno di soddisfazioni, a partire dal Progetto Pentesilea sviluppato per la riabilitazione psico-fisica nei confronti di donne operate di carcinoma mammario. Un servizio che, partito da Ascoli si è poi esteso pure ad Offida, Comunanza, Pagliare e San Benedetto. Un servizio nato nel 1996 con la creazione dell’associazione Amici dello Iom onlus, inserita nel sistema regionale dell’Istituto oncologico marchigiano. Un’attività che ora, esaurite tutte le risorse per i tanti servizi effettuati, chiude, lasciando i malati al loro destino, in un momento in cui avrebbero il diritto di sentirsi accuditi. Soprattutto rispettati nella loro dignità e al centro di una situazione difficile per tutta la famiglia, colpita ogni volta da un profondo senso di smarrimento e solitudine.
«Non può spegnersi quella luce: tutti ne abbiamo terribilmente bisogno» scrive una volontaria de Gli Amici dello Iom, che non riesce ad accettare che quel miracolo possa non arrivare a salvare un “percorso” di certo impegnativo, ma sempre ricco di risultati e di soddisfazioni.
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