Gruppo Santarelli, ancora guai: arriva il fallimento per altre due società. Ecco quali sono

Gruppo Santarelli, ancora guai: arriva il fallimento per altre due società. Ecco quali sono
Gruppo Santarelli, ancora guai: arriva il fallimento per altre due società. Ecco quali sono
di Mario Paci
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Sabato 16 Aprile 2022, 08:50

ASCOLI -  Dalle aule giudiziarie arriva una doppia tegola sul gruppo Santarelli, determinando, purtroppo, un allargamento del perimetro dei fallimenti ascrivibili al gruppo. Il tribunale di Ascoli e la Corte d’Appello di Ancona, con due diverse pronunce, hanno infatti riconosciuto l’esistenza di una super società costituita, oltre che dalla capogruppo Saco spa, anche da alcune delle società da questa controllate.

Il tribunale di Ascoli ha quindi dichiarato il fallimento della società Preneste 89, società del gruppo Santarelli, proprietaria di un’area fabbricabile in località Tor Tre Teste all’interno del raccordo anulare di Roma, terreni dell’ingente valore, stimato per oltre 20 milioni di euro.

Negli stessi giorni la Corte d’Appello di Ancona, respingendo il reclamo proposta dalla Pietro Santarelli sa.p.a., Felice Santarelli e Domenico Cristofori ha confermato, la sentenza del Tribunale di Ascoli che aveva dichiarato il fallimento della ItalMarket srl, società che dava in gestione il complesso turistico immobiliare sito sul lungomare di Grottammare noto come “Residence Le Terrazze”. Con i due nuovi fallimenti, il consistente passivo del gruppo che già viaggia intorno ai 300 milioni di euro è destinato purtroppo a crescere ulteriormente. 


Il passivo della Saco (Santarelli Costruzioni), prima di questi ultimi due fallimenti, era di 298 milioni di euro rappresentato in gran parte da debiti bancari (circa 208 milioni di euro). La società è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Ascoli nel novembre 2019 a seguito della rinuncia, da parte della proprietà, nel portare avanti il concordato “in bianco”, a cui la Saco aveva fatto ricorso ad aprile dello stesso anno. Determinanti, anche in questa circostanza, i contributi dei finanzieri “Computer Forensics e Data Analysis” del nucleo di polizia economico-finanziaria di Ascoli, che hanno curato l’esecuzione delle complesse indagini di polizia giudiziaria, i quali hanno partecipato alle perquisizioni, occupandosi di scandagliare diversi apparati informatici, al fine di rinvenire – come, poi è successo – documenti, file e tracce digitali transitate nel tempo nelle memorie dei dispositivi. In precedenza per soddisfare i creditori, la Saco aveva messo a disposizione un ingente patrimonio di immobili e aree edificabili situati su tutto il territorio nazionale. 


Una massa patrimoniale stimata in circa 130 milioni di euro costituita da appartamenti di pregio nel quartiere San Lorenzo a Roma, da quelli di Guidonia, quelli realizzati ad Ancona in zona Cardeto con la riqualificazione dell’ex ospedale Umberto I, per proseguire con quelli di Fermo, oltre a 200 piccole unità immobiliari consistenti per lo più in frustoli di terreno, posti auto e garage. Bisogna sottolineare che l’architetto Pietro Santarelli, prima della bufera giudiziaria, ha tentato tutto il possibile per salvare la storica impresa di costruzioni che fu dei suoi avi, ma si è schiantato contro il muro eretto da un fondo americano che ha respinto le sue proposte e così alla fine, purtroppo, ogni tentativo si è rivelato vano.

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