Ascoli, Giorgi da tre anni in Libia
per il fratello «Liberazione vicina»

Giorgi in un campo libico
Giorgi in un campo libico
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Mercoledì 6 Marzo 2019, 06:55
ASCOLI - «Non sento mio fratello da più di tre anni ma so che tra una quindicina di giorni dovrebbe essere resa nota la sentenza che lo riguarda. Stando a quanto mi ha riferito l’avvocato libico che segue il caso dovrebbe essere una sentenza favorevole visto che non ci sono prove che confermino le accuse di immigrazione clandestina e traffico d’armi che gli erano state mosse». Così Elvezio Giorgi, il fratello del mediatore do affari Franco Giorgi detenuto in un carcere di Tripoli. «Mio fratello è fisicamente molto provato dalla detenzione. Ringrazio il presidente del consiglio Conte e il ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi che hanno raccolto il mio appello».Era il quattro marzo 2015 quando un sottufficiale dei carabinieri venne raggiunto da una telefonata. Dall’altra parte del filo c’era Franco Giorgi che implorava il suo interlocutore – fra i due c’era una certa amicizia -a trovare 250 mila dollari, necessari per tornare libero dopo essere stato catturato da una delle tante bande di predoni che infestano la Libia. Era successo che un mese prima il capo della tribù aveva dato mandato a Franco Giorgi di affittare in Italia un aereo da trasporto che sarebbe servito a trasferire da un punto all’altro del deserto una consistente partita di armi. Giorgi si mise in contatto con l’interprete che lo accompagnava ogni qual volta doveva effettuare delle trattative di compra – vendita di materiale bellico, personaggio che risiedeva a Monteprandone, garantendo per la sua indiscussa serietà. Lo avvertì che sarebbe giunto ad Ascoli, proveniente dalla Libia, un emissario con i 250 mila dollari necessari per concludere il contratto d’affitto dell’areo che successivamente avrebbe dovuto raggiungere il Paese africano per il trasferimento delle armi. Come noto in Libia si fronteggiano per il potere diverse bande che naturalmente sono fuori legge. Succede che l’aereo non è mai decollato e che sia sparita la 24 ore che conteneva l’ingente somma. Alla procura di Ascoli giunse la denuncia nei confronti dell’interprete egiziano da parte di Franco Giorgi per appropriazione indebita ritenendo responsabile della sparizione del danaro il cittadino africano. Quest’ultimo venne arrestato e processato e per poco meno di anno è stato in carcere e successivamente agli arresti domiciliari. L’interprete ha sempre negato la circostanza rimandando la responsabilità allo stesso Giorgi. Il quale nel frattempo venne venduto ad un’altra banda fino a quando non finì in carcere, accusato di non essere in regola con il permesso di soggiorno e di essersi appropriato dei 250 mila dollari. Dal momento dell’arresto sono trascorsi tre anni.
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