Ascoli insieme a Fermo, l’ipotesi di un’unica Asl. Come stanno le cose dopo i primi incontri

Ascoli insieme a Fermo, l ipotesi di un unica Asl. Come stanno le cose dopo i primi incontri
Ascoli insieme a Fermo, l’ipotesi di un’unica Asl. Come stanno le cose dopo i primi incontri
di Mario Paci
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Domenica 24 Aprile 2022, 07:00

ASCOLI -  Secondo le intenzioni della giunta regionale nel 2023 scompariranno le Aree vaste che saranno sostituite dalle vecchie aziende sanitarie locali. Nella proposta di legge ne sono previste cinque, una per provincia, più il Torrette e l’Inrca. Lo stesso assessore regionale alla sanità, Filippo Saltamartini, lo aveva anticipato proprio su queste colonne. Ma fra il dire e il fare c’è di mezzo la politica.


Ci sono stati, infatti, incontri tecnici nei giorni scorsi mirati a modificare la proposta di legge originaria per salvare almeno un’azienda ospedaliera del Nord delle Marche. L’obiettivo sarebbe quello di omogeneizzare le future aziende sanitarie per numero di abitanti. Pertanto invece che istituirne «due piccole» come Ascoli (202mila abitanti) e Fermo (180mila abitanti) meglio farne un’unica Ascoli-Fermo . L’ipotesi è subito circolata fra gli operatori sanitari delle due province che sono già sul piede di guerra. 

I rapporti fra Ascoli e Fermo non sono mai stati storicamente idilliaci. Nel 2004 la prima, sofferta, dolorosa, divisione fra le Province di Ascoli e Fermo entrata in vigore nel 2009. Pochi mesi fa la scioglimento di Confindustria Centro Adriatico con il ritorno all’associazione degli industriale di Ascoli e all’Unione degli industriali del Fermano. Una fusione a freddo imposta dall’alto su due province con problematiche sanitarie completamente differenti potrebbe essere esiziale. Senza tralasciare il campanilismo già in atto fra Ascoli e San Benedetto per contendersi i (pochi) servizi sanitari, figuriamoci cosa potrebbe accadere con l’ingresso di Fermo con le legittime aspirazioni e richieste. Per gli amministratori piceni, inoltre, sarebbe un ulteriore smacco dopo la cocente sconfitta di Pesaro capitale della cultura 2024. Ecco perchè il tentativo in atto di modificare la proposta di legge deve essere sventato. 

Dopo 19 anni la legge regionale 13 sta per essere mandata in soffitta e con lei tutta la riorganizzazione della sanità marchigiana come è attualmente composta: con l’Asur che gestisce tutta la parte organizzativa, economica e logistica e le cinque Aree vaste (una per provincia) diretta diramazione dell’Azienda regionale.. Il cambiamento era stato annunciato dal governo di centrodestra nel programma elettorale e confermato dall’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. «Ci sarà una sostanziale riorganizzazione, dove il fulcro organizzativo sarà affidato a cinque aziende Usl (Pesaro Urbino, Ancona, Macerata, Fermo ed Ascoli), mentre l’Asur seguirà gli aspetti generali come concorsi e bandi di gara ma senza competenze operative di indirizzo e di gestione».

Che fine farà l’azienda ospedaliera Marche Nord? «È stato detto che scomparirà per confluire nella nuova Usl - ha spiegato a suo tempo Saltamartini - ma ancora non sappiamo se continuerà a chiamarsi così oppure cambierà nome.

Di certo è che potenzierà il suo servizio sul territorio, dove abbiamo un grosso problema di mobilità passiva. Una situazione a cui dobbiamo assolutamente porre un freno». L’ospedale di Torrette resterà invece come azienda ospedaliera con Dea di secondo livello, unica nelle Marche, su cui si investirà per farla crescere anche rafforzando la sinergia con l’università Politecnica.

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