Ascoli, il Fai riapre le porte per un weekend di palazzo De Angelis Corvi e Saladini Pilastri

Il Fai riapre le porte per un weekend di palazzo De Angelis Corvi e Saladini Pilastri
Il Fai riapre le porte per un weekend di palazzo De Angelis Corvi e Saladini Pilastri
di Filippo Ferretti
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Martedì 11 Ottobre 2022, 01:00

ASCOLI - La delegazione ascolana del Fai apre i giardini di due magioni nobiliari cittadine sabato e domenica: la dimora nobiliare Saladini Pilastri e il palazzo De Angelis Corvi. La prima voluta dal conte Lodovico quasi due secoli fa dalle ceneri di un monastero del XIV secolo, il cui giardino vanta caratteristiche che farebbero impallidire una villa palladiana.  Uno spazio verde su 4.000 metri quadrati di superficie dietro all’aristocratico edilizio complesso, comprendente un suggestivo chiostro, due raffinati leoni in terracotta, antichi lavatoi dell’ex convento, un maestoso gazebo a ridosso del Tronto, un imponente colonnato, preziose statue ispirate alle 4 stagioni e un delizioso chalet estivo. All’interno comprende la chiesa consacrata di Sant’Egidio e capolavori firmati da artisti quali il pittore Lodovico Trasi, lo scultore Lazzaro Giosafatti, i ceramisti Emidio e Giorgio Paci.

Poi c’è il giardino di Palazzo De Angelis Corvi, posizionato dirimpetto alla proprietà Saladini Pilastri, sempre in corso Mazzini .

L'itinerario nei giardini storici del capoluogo

Uno spazio che si trova all’interno di un edificio che vanta una struttura risalente all’ultima modifica edilizia effettuata, datata 1890. Entrambe le proprietà rappresentano due tappe di un interessante itinerario nei giardini storici del capoluogo piceno. Vittoria Minola e Gino Petronio del Fai, affiancati dal rappresentante dell’Arengo, Alessandro Bono, hanno sottolineato l’importanza di questa doppia visita che affiancherà l’inizio della raccolta di firme per poter far ricevere finanziamenti finalizzati alla messa un sicurezza del Ponte di Cecco. Un impegno che coinvolgerà personalmente il capogruppo del Fai Giovani Gino Petronio, sensibile alla situazione in cui verte uno dei monumenti da sempre più amati della città.

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