Il geologo Cittadini avverte: «Il pericolo esondazioni esiste, attenzione alla foce del Bretta». Ecco la mappa del rischio

Una piena del fiume Tronto
Una piena del fiume Tronto
di Luca Marcolini
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Martedì 20 Settembre 2022, 01:30

ASCOLI - Si riaccendono inevitabilmente anche ad Ascoli e nel Piceno, dopo i tragici eventi che hanno colpito le Marche, i riflettori sui potenziali rischi di esondazione presenti su un territorio già ferito pesantemente, alla foce del Tronto, nel 1992.

 

E la domanda dei cittadini torna ad essere: quali sono le zone più a rischio da questo punto di vista? Un interrogativo che trova una risposta tecnica, senza voler creare allarmismi, nelle parole del geologo ascolano Ugo Cittadini, attualmente in forza alla Regione Abruzzo come esperto per il Pnrr in derivazioni idriche, oltreché qualificato conoscitore dei corsi d’acqua piceni. 

L’incubo principale resta quello legato alla foce del Tronto ma nel caso in cui tornassero a verificarsi le condizioni meteo di 30 anni fa, incluse le concause. Occhi aperti, senza allarmare nessuno ma riservando un’attenzione particolare, ad Ascoli, per la zona della foce del Bretta, ovvero nel tratto che va da Brecciarolo a Campolungo e, quindi, all’altezza della zona industriale dove sono già stati realizzati alcuni interventi di messa in sicurezza. Monitoraggio costante, precauzionale, anche per il tratto del Castellano che arriva sotto Porta Torricella, considerato che, come conferma il geologo, «alcune briglie sono sovralluvionate». I consigli? Evitare costruzioni nelle aree dell’alveo in piena del fiume Tronto e dei torrenti, monitorare sistematicamente i torrenti anche piccoli ma con forte pendenza, infine pulire anche settimanalmente i tombini e rendere drenanti le fognature. «Il rischio principale di esondazione, nel Piceno - conferma Cittadini - riguarda la foce del Tronto, come già avvenuto nel ’92, ma è chiaro che dovrebbero ricrearsi le stesse condizioni, con piogge forti derivante da uno scontro tra due masse climatiche, così come avvenuto nei giorni scorsi nelle Marche, ma anche in concomitanza con altre concause tipo quelle di 30 anni fa».

«Se eventi alluvionali come quelli di questi giorni – spiega il geologo - si verificassero lungo tutto il bacino idrografico del Tronto, che con i suoi circa 1.200 metri è il più grande della regione, sarebbe un’ecatombe. Ma in realtà è rarissimo, se non impossibile, che tali eventi possano interessare una zona così estesa. Solitamente sono localizzati». Per quanto la città, come sottolinea lo stesso Cittadini, «l’unica zona a rischio elevato di esondazione è quella che si trova alla foce del Bretta. Quindi l’area che va da Brecciarolo verso Campolungo e, quindi, l’area industriale che, comunque, è stata già sottoposta a un intervento di sicurezza idraulica». Inoltre, il geologo rimarca l’importanza di tenere sotto controllo i torrenti anche piccoli che hanno forte pendenza, come il Menocchia e il Chiarino, nella zona di Grisciano al confine tra Lazio e Marche. «Da monitorare, ad Ascoli, - aggiunge - anche il Castellano che, con alcune briglie sovralluvionate, può creare problemi nella zona di Porta Torricella. Per il resto gli altri quartieri sono stati ben costruiti, con i corsi d’acqua che sono incassati e quindi non creano grossi problemi». 

Ma cosa bisognerebbe fare per tenere sotto controllo la situazione e non correre rischi? Cittadini, innanzitutto, ribadisce la «necessità di evitare di costruire nell’alveo di piena dei corsi d’acqua».

Inoltre, il geologo sottolinea come «sarebbe importante anche attraverso la Protezione civile locale, monitorare costantemente le zone indicate come più a rischio e Comuni e società preposte dovrebbero pulire sistematicamente i tombini, anche settimanalmente, e rendere drenanti le fognature». 

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