Dal centro alle frazioni è un allarme diffuso: il territorio cede tra frane e smottamenti

Dal centro alle frazioni è un allarme diffuso: il territorio cede tra frane e smottamenti
di Luca Marcolini
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Venerdì 26 Marzo 2021, 07:40

ASCOLI - C’è una parte di città che ogni tanto scivola giù, frana o si muove pericolosamente. Una parte di città che, periodicamente, torna a mettere a rischio anche la pubblica e privata incolumità. Smottamenti e criticità di vario genere che tornano ad affiorare, di tanto in tanto, per ricordare che in alcune zone del territorio ascolano, a cavallo del fiume Tronto e degli altri corsi d’acqua, frane e dissesti idrogeologici sono sempre in agguato. Tanto da rappresentare un problema da monitorare e tamponare costantemente, per scongiurare il peggio.

L’ultimo campanello d’allarme a suonare, in ordine di tempo, è quello del versante sopra via Porta Tufilla, immediatamente segnalato dall’Arengo agli uffici regionali competenti per un inserimento tra le aree a rischio del Piano di assetto idrogeologico (Pai). Passaggio obbligato per ottenere i consistenti finanziamenti indispensabili per intervenire. Si aggiorna, nuovamente, dunque, la preoccupante mappa della città a rischio dissesti, frane e smottamenti. 

Le zone a rischio

L’individuazione della nuova area a rischio nella zona vicina a Porta Tufilla, in pieno centro storico, rappresenta solo l’ennesimo puntino nella grande mappa delle aree a rischio dissesti in città. Basti pensare che, nel corso degli anni, molteplici sono state le richieste avanzate dall’Arengo (di cui diverse andate a buon fine) per l’inserimento di zone con frane o smottamenti che potrebbero mettere a rischio la pubblica incolumità. L’elenco, infatti, è nutrito e comprende tra gli altri, la zona delle Caldaie, proprio di fronte al ponte di Cecco, ma anche tutta la zona sotto lo stadio Del Duca che si affaccia sul fiume. Così come figurano le zone di Poggio di Bretta, quella sul Tronto tra via Rovereto e via Asiago a Campo Parignano e l’area forse maggiormente critica – anche a seguito del terremoto – di via Po, lungo il costone che si affaccia sul torrente Chiaro. Oltre, ovviamente alla nuova area di via Porta Tufilla in attesa di inserimento. Ma tra le zone inserite nel Pai per il rischio dissesti figurano altre zone che hanno già avuto in passato anche la definizione di progetti per la messa in sicurezza: si tratta dell’area sul Tronto nel tratto tra l’area in pieno centro di San Pietro in castello e la chiesa di Santa Maria intervineas, della zona di Brecciarolo e di via Adriatico, sopra il Castellano. 

Le zone “attenzionate” 

Oltre alle aree a rischio dissesto per le quali l’Arengo si è mosso, negli anni passati e fino ad ora, per l’inserimento nel Piano di assetto idrogeologico del fiume Tronto, con la connessa individuazione del grado di rischio, ci sono altre zone che sono finite sotto attenzione anche da parte del precedente commissario per il terremoto, Piero Farabollini, dopo l’effettuazione della microzonazione sismica.

Proprio con un’ordinanza, l’allora commissario, infatti, aveva disposto di attenzionare le aree di Monterocco (sopra il cimitero), San Salvatore-Monteverde e il versante tra il raccordo dell’Ascoli-Mare e il torrente Castellano all’altezza del parcheggio di Porta Torricella. Infine, è stata in passato monitorata, con Indagini geomorfologiche, anche la zona a rischio tra il quartiere di San Filippo e Giacomo e la circonvallazione nord. 

Gli interventi 

«Con il sindaco Marco Fioravanti – spiega l’assessore ai lavori pubblici, Marco Cardinelli – stiamo monitorando il nostro territorio comunale e inoltrando gradualmente le varie richieste di inserimento nel Pai di tutte le aree a rischio dissesto e dove individuiamo criticità. Si tratta di un’attività fondamentale per poter accedere agli eventuali finanziamenti finalizzati a sbloccare interventi importanti di messa in sicurezza. Interventi molto costosi che richiedono specifici fondi. Nel frattempo, siamo riusciti a sbloccare alcuni interventi in zone a rischio come quelle del complesso Le Terrazze, sopra il ponte di San Filippo, di Porchiano e di San Giuseppe nella frazione di Mozzano con i lavori pronti a partire». Nel frattempo, attraverso l’Anas sono previsti anche l’importante intervento di messa in sicurezza della circonvallazione nord e i lavori nella frazione di Tronzano, già finanziati. In via Mameli, invece, si era già intervenuti a più riprese dopo il terremoto, con alcune famiglie costrette a trasferirsi per consentire l’effettuazione dei lavori. 

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