Covid, nel Piceno crescono i contagi. Ospedali sotto pressione, task force per i controlli

Il covid
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di Luca Marcolini
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Sabato 6 Marzo 2021, 03:20

ASCOLI – Contagi Covid, cresce la preoccupazione nel Piceno anche perché è in aumento la pressione sugli ospedali e in particolare sui pronto soccorso. Se la situazione dei contagi, per ora, è sotto controllo all’ombra delle cento torri, nel resto della provincia il numero dei positivi continua a crescere. La parola d’ordine, su tutti i fronti, è “massima attenzione”.

 
Lo stato di allerta
Ascoli, in questi giorni, è una città che vive sul “chi va là”. Un capoluogo con 144 persone positive al Covid e 220 in quarantena (secondo l’ultimo aggiornamento di ieri) in cui la raccomandazione, dalle voci istituzionali come quella del sindaco Fioravanti a quella anche di rappresentanti di associazioni di categoria, è il pieno rispetto dei protocolli per la pandemia. Ed è per questo che mentre il presidente della Fipe provinciale (la Federazione dei pubblici esercizi), Daniele Fabiani, invoca il mantenimento ed un potenziamento dei controlli e delle sanzioni «per colpire le attività che infrangono le regole penalizzando fortemente anche tutti coloro che, invece, le rispettano rigorosamente», il primo cittadino conferma la presenza costante anche per questo week end, nelle vie e nelle piazze della città, di vigili urbani e altri uomini delle forze dell’ordine. Tutto questo per evitare di scivolare nel baratro di una zona rossa che significherebbe subire una mazzata ancor più pesante per una città già in sofferenza dal punto di vista economico e sociale.


Lo scenario
Sul fronte dei contagi, al momento, Ascoli città sembra ancora riuscire a contenere la crescita dei contagi da Covid, con il dato di ieri secondo cui sono 144 le persone positive e 220 quelle in quarantena. Numeri sicuramente più incoraggianti rispetto a quelli che si registrano sulla costa sambenedettese (302 persone positive) oltreché nelle altre province marchigiane.

Ma il messaggio lanciato dal sindaco Fioravanti anche venerdì sera in consiglio comunale è chiaro: vietato abbassare la guardia. comunale. «Stiamo monitorando la situazione - ha detto il sindaco ai consiglieri - stiamo monitorando la situazione e fortunatamente in città non ci sono dati crescenti, ma siamo sempre a stretto contatto con l’Asur perché dobbiamo tenere alta l’attenzione, visto che c’è preoccupazione generale per i dati di altre città e province che sono in aumento. In ogni caso, noi ad Ascoli siamo anche il comune nelle Marche che ha il più alto numero di vaccinazioni giornaliere. Ma occorre continuare a rispettare le regole». E in questo weekend, nonostante l’ingresso nei giorni scorsi in zona arancione con la chiusura di bar e ristoranti (salvo asporto e servizio a domicilio), si manterrà alto il livello dei controlli. «Vigili urbani e forze dell’ordine – sottolinea Fioravanti – presidieranno vie e piazze per evitare che comportamenti scorretti possano complicare la situazione. Bisogna essere responsabili».


L’appello per i controlli
Proprio dal presidente provinciale della Federazione pubblici esercizi, che include bar e attività di ristorazione, Daniele Fabiani, arriva un appello per sollecitare ancora controlli rigidi ed eventuali sanzioni per tutti coloro, attività e cittadini, che non rispettino le regole. «È fondamentale – spiega Fabiani – che sia ora che quando si potrà riaprire, che le forze dell’ordine continuino a effettuare, anche in maniera più stringente, i controlli sulle attività, per evitare che chi non ha il buon senso di rispettare le regole possa continuare a penalizzare tutti coloro che, al contrario le hanno sempre rispettate in maniera puntuale. È una questione di rispetto per chi cerca di andare avanti in maniera corretta. Così come è importante anche un comportamento corretto da parte dei clienti».


Il cambio di colori
«Purtroppo, - prosegue Fabiani – la situazione è molto difficile e siamo stati letteralmente distrutti da questo ulteriore ritorno in zona arancione. Continuiamo ad aprire a singhiozzo, ma quante attività potranno resistere fino al 6 aprile? E soprattutto a preoccuparci è il fatto che non si intravvedono spiragli. I ristori ancora non arrivano e di fatto siamo stati lasciati soli e dobbiamo arrangiarci. Per resistere, in questa fase difficilissima, ho dovuto anche cambiare la strategia per la mia attività, trattandosi di uno storico ristorante tradizionale, mettendo a punto una sorta di menù anticovid puntando su una nuova linea di prodotti vegetariani e vegani, molto più comodi per l’asporto».

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