Il Piceno Consind si riprende il capannone ex B&B. Ecco i passi compiuti grazie alla legge 488

L'ex stabilimento della B&B
L'ex stabilimento della B&B
di Luca Marcolini
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Giovedì 20 Ottobre 2022, 05:35

ASCOLI - Il primo passo è stato fatto. Piceno Consind, procedendo a testa bassa sulla strada tracciata, ha formalizzato il riacquisto di un capannone industriale inutilizzato ormai da diversi anni, con annessi terreni, praticamente a costo zero. L’operazione, infatti, è stata confezionata avvalendosi della famosa legge 488 che prevede di recuperare i beni non più utilizzati da aziende che hanno chiuso o si sono trasferite andando anche a scalare dal prezzo di acquisizione stimato i contributi statali percepiti dalle aziende stesse al momento dell’insediamento o in una fase successiva.

Il consorzio piceno per l’industrializzazione, dunque, su indirizzo del presidente Domenico Procaccini e con approvazione del consiglio direttivo, ha portato a conclusione la procedura di recupero dello stabilimento industriale e delle aree annesse di proprietà della società B&B Italia (in precedenza Xilitalia), andata via da Ascoli nel 2010. E lo ha fatto scalando dal valore complessivo dei beni definito in circa 3,2 milioni di euro, previa stima sulla base dei valori di mercato, i 3,8 milioni di euro che al momento dell’insediamento la società proprietaria aveva ottenuto come finanziamenti proprio per la realizzazione della struttura. Si è deciso, quindi, di aprire la strada a questa procedura di riacquisizione “coattiva” a fronte di interlocuzioni non andate a buon fine con l’azienda, e quindi non potendo escludere un eventuale contenzioso. E l’intenzione del consorzio è quella di andare avanti, secondo lo stesso principio, anche con altri immobili e aree presenti nell’agglomerato industriale di Ascoli e Maltignano inutilizzate da più di tre anni. Con l’obiettivo di rimettere poi questi beni sul mercato per possibili nuovi investitori o ampliamenti di aziende già presenti. 

Dopo una lunga e approfondita procedura, per arrivare a una decisione che rappresenta un vero e proprio apripista verso la possibilità di recuperare a costi molto bassi o addirittura a costo zeri di capannoni e aree non utilizzate da tempo in zona industriale, Piceno Consind è arrivato alla conclusione della procedura – con delibera del consiglio direttivo – che sulla base della legge 488 formalizza il riacquisto del primo stabilimento con aree annesse, ovvero quello della B&B Italia.

In questo caso, come detto, a costo zero andando a scomputare dal valore dell’immobile la somma dei contributi percepiti dall’azienda (precedentemente Xilitalia e poi incorporata dalla B&B Italia) al momento dell’insediamento.

Nello specifico, con tanto di atto notarile, ora Piceno Consind ha definito la riacquisizione dello stabilimento industriale e le sue pertinenze (dopo aver ottenuto una stima del valore in 2,5 milioni di euro) e dei terreni (per un valore stimato in circa 443mila euro). Il valore complessivo della stima era di 2,9 milioni di euro e poi, attualizzandolo al 2022 si è arrivati a individuare un prezzo di riacquisto pari a circa 3,2 milioni di euro. Ma il Consorzio, attraverso il consulente incaricato, ha individuato quali fossero i contributi, attualizzati ad oggi, ricevuti dall’azienda (allora la Xilitalia spa) al momento dell’insediamento: 10,5 milioni di euro di contributi complessivi, di cui circa 3,8 milioni di euro per la realizzazione dello stabilimento. Proprio sulla base della legge 488, si è quindi ritenuto possibile, procedere con il riacquisto a costo zero, andando a scorporare dal prezzo stimato in 3,2 milioni di euro i 3,8 milioni ricevuti per lo stabilimento. 

Con questa operazione, che comunque non esclude potenziali contenziosi in futuro, ora Piceno Consind ha mosso la prima pedina sulla scacchiera di una riacquisizione graduale, a costo zero o comunque molto bassi, dei vari capannoni e terreni inutilizzati da almeno 3 anni. Così come prevede la legge 488. Andando, quindi, a lanciare anche un preciso segnale a tutte le aziende proprietarie di immobili e aree nella zona industriale ascolana: in caso di “fuga” o trasferimento con inutilizzo per più di tre anni si rischia di perdere la proprietà dei beni a costo zero o quasi. 

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