ASCOLI - Non bastavano le chiusure obbligatorie e i periodi legati al lockdown, le platee con i posti ridimensionati e il terrore dei contagi e anche l’adesione collettiva alle piattaforme del piccolo schermo. A tutte le location che offrono cultura e spettacolo - dai cinema ai teatri- l’aumento drammatico dei costi dell’energia elettrica sta causando una situazione davvero difficile.
Se le attività al chiuso legate alle arti sceniche non hanno ancora riaperto, le sale cinematografiche che non hanno mai smesso di funzionare durante l’estate si sono ritrovate con proiezioni disertate nonostante le spese di gestione alle stelle. Uno stato di difficoltà che il quadro politico con la caduta del governo rende ancora più incerto per il futuro. Costi che appaiono insostenibili, perché aumentati in modo esponenziale, passando ad essere maggiori di tre volte rispetto alla passata stagione. Un’ennesima tegola per chi lavora incentrando la propria attività sul grande schermo, ormai sempre più oggetto di massacro.
La Publiodeon, la società che da tanti decenni gestisce le sale operative in città, pur non essendosi mai fermata dopo la riapertura post Covid, proponendo uscite sempre nuove, varie proiezioni giornaliere, mantenendo lo stesso prezzo del biglietto e aprendo tutte le sale del multiplex Città delle Stelle, dopo le ultime bollette sta apportando delle modifiche necessarie, praticamente impellenti all’imminente programmazione. «Lungi da noi l’idea, anche remotissima, di chiudere i battenti, stiamo pensando di affrontare questa crisi violenta riducendo le proiezioni quotidiane» esordisce Pietro Ferretti, ipotizzando magari di non aprire tutte le 12 sale in settimane in cui le uscite cinematografiche non fossero così numerose. «Anche il cartellone del cinema a due euro non ha portato i risultati delle stagioni estive del passato e ci rendiamo conto che la psicosi del contagio ha allontanato tanti spettatori dalle sale» prosegue colui che con il fratello Giorgio, dopo la scomparsa recente del papà Paolo, ha preso le redini della multisala Odeon e del Multiplex delle Stelle.
Ma la preoccupazione del comparto del cinema, che vede tra i suoi maggiori nemici le piattaforme, le cui uscite non sono sufficientemente regolamentate dal Governo italiano rispetto al resto del mondo, va ad unirsi a quella che coinvolge istituzioni ed imprese che offrono concerti e appuntamenti teatrali.