Un potabilizzatore per Gerosa. E' la nuova arma della Ciip per superare la crisi idrica

La Ciip punta sul potabilizzatore
La Ciip punta sul potabilizzatore
di Luigi Miozzi
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Sabato 23 Ottobre 2021, 07:25

ASCOLI - Fronteggiare la crisi idrica e trovare nuove soluzioni è l’obiettivo primario della Ciip. Importanti novità in tal senso sono scaturite di recente a Firenze nel corso di un incontro in cui il presidente Giacinto Alati, accompagnato dal direttore Gianni Celani, ha potuto approfondire l’argomento insieme con il segretario dell’Autorità di bacino, Erasmo D’Angelis. 

 

Tra le soluzioni che stanno prendendo sempre più forza c’è quella di realizzare un potabilizzatore per l’acqua del lago di Gerosa. Si tratterebbe di uno degli step previsti con la costruzione dell’anello di interconnessione idrica dei Sibillini che, oltre a mettere in rete la risorsa idrica degli acquedotti gestiti dalle società che servono i territori provinciali di Ascoli, Fermo e Macerata, conterebbe anche di avere a disposizione l’acqua presente negli invasi più grandi presenti nella parte sud delle Marche. L’impianto di potabilizzazione di Gerosa consentirebbe, dunque, alla Ciip di avere a disposizione una quantità d’acqua che garantirebbe al territorio fermano e al Piceno di mettersi al riparo dalla crisi idrica. La discussione è già in fase avanzata e il presidente Alati in prima persona sta sondando il terreno con il ministero delle infrastrutture per ottenere i finanziamenti necessari. Positivi i segnali provenienti da Roma che lasciano ben sperare la Ciip sul possibile accoglimento delle proposte. Se, come sembra, l’operazione dovesse andare in porto, si tratterebbe di un altro obiettivo importante che la Ciip riuscirebbe a centrare.

Nel frattempo, però, il presidente Alati sta cercando di sciogliere un altro nodo decisivo, ovvero la possibilità di trovare nuove fonti sui Sibillini per fronteggiare la drastica riduzione di portata della sorgente Foce di Montemonaco. È stato commissionato uno studio per conoscere la situazione idrogeologica del sottosuolo e accertare la presenza di falde acquifere importanti che consentirebbero di sopperire agli oltre trecento litri al secondo in meno a disposizione a seguito del sisma. In questo caso, la Ciip già da qualche mese sta cercando di trovare una soluzione condivisa con l’Ente Parco poiché l’ostacolo maggiore è rappresentato dai vincoli paesaggistici che non consentirebbero la realizzazione di nuovi pozzi. Considerata la grave crisi idrica che da anni attanaglia il territorio, il presidente della Ciip aveva investito del problema anche il dipartimento nazionale della protezione civile. Angelo Borrelli, era a capo della protezione civile quando, durante uno degli incontri che si tennero nella sede della Ciip di Ascoli, si impegnò personalmente per cercare di risolvere il problema ritenendo di primaria importanza riuscire a garantire ai cittadini la risorsa idrica necessaria. 

Un recente report sulle sorgenti a disposizione della Ciip ha evidenziato la drastica diminuzione della quantità d’acqua a disposizione a seguito degli eventi sismici.

Un quadro preoccupante se si tiene conto del fatto che la società che gestisce la fornitura idrica nel Piceno e in parte del Fermano, avrebbe autorizzazioni per il prelievo per un totale di 1.590 litri al secondo ma al momento può contare solo 901: un 44% in meno di acqua con cui la Ciip deve fare i conti. 

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