Omicidio Cianfrone, le sorelle della vittima dopo il doppio ergastolo: «Finalmente è stata fatta giustizia»

I rilievi effettuati sul luogo dove è stato ucciso Cianfrone
I rilievi effettuati sul luogo dove è stato ucciso Cianfrone
di Luigi Miozzi
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Giovedì 16 Marzo 2023, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 15:15

ASCOLI «Finalmente c’è stata giustizia». La sorella di Antonio Cianfrone, Sandra, non nasconde la soddisfazione per la sentenza emessa dai giudici della corte d’assise d’appello di Ancona che, oltre a confermare l’ergastolo per Giuseppe Spagnulo, ha condannato al carcere a vita anche la moglie Francesca Angiulli a cui, in primo grado, era stata inflitta una pena a sedici anni di carcere riconoscendole l’attenuante della minima partecipazione all’omicidio. 

 

Alla lettura della sentenza è scoppiata in lacrime così come l’altra sorella Francesca che erano presenti in aula. «Una sentenza che rende giustizia a mio fratello che ora può riposare in pace – sottolinea Sandra Cianfrone –. È stata una sentenza equa perché, come ha sempre sostenuto anche il procuratore Monti, il coinvolgimento di entrambi i coniugi era emerso chiaramente.

E poi, è stata fatta giustizia anche per i due figli di Antonio».

La sentenza, però, non lenisce il dolore dei familiari per la tragica scomparsa dell’ex comandante dei carabinieri di Monsampolo: «In questa vicenda non ci sono né vincitori né vinti, c’è solo un perdente, ovvero mio fratello Antonio». Poco dopo le 14 di ieri, la corte d’assise d’appello è uscita dalla camera di consiglio e ha reso noto il dispositivo delle sentenza che ha riformato in parte quella emessa nel giugno scorso dalla corte d’assise di Macerata. I giudici hanno inflitto l’ergastolo ai coniugi Spagnulo accogliendo, dunque, i motivi del ricorso della Procura di Ascoli che aveva contestato la concessione dell’attenuante della minima partecipazione all’omicidio ritenendo, pertanto, la pena di primo grado non congrua per Francesca Angiulli. 
 
La corte d’appello ha inoltre respinto le istanze presentate dai difensori della coppia, gli avvocati Gianfranco Di Marcello e Alessandro Angelozzi, tra le quali quella dei domiciliari con l’uso del braccialetto elettronico per la donna. È stata invece disposta una perizia medica per Giuseppe Spagnulo dopo che alla Corte sono giunti alcuni certificati medici sul suo stato di salute. Spagnulo, infatti, rinchiuso nel carcere di Marino del Tronto, è stato colto da un attacco cardiaco ed è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Mazzoni.

Dopo gli accertamenti, è stato tenuto in osservazione all’unità di terapia intensiva cardiologica prima di essere dimesso e rinchiuso nuovamente in cella. I giudici hanno chiesto una consulenza per accertare se le condizioni di salute sono compatibili con la detenzione carceraria. Come perito è stato nominato Francesco Brandimarti della medicina legale dell’ospedale Mazzoni che inizierà le operazioni peritali da martedì.

Non nascondono la loro delusione, i difensori dei due imputati: «C’erano delle aspettative diverse per questa sentenza di appello perché ritenevamo che le motivazioni della corte d’assise di Macerata fossero censurabili, soprattutto in alcuni elementi decisivi come quello della cinematica, degli indumenti indossati dagli assassini al momento dell’omicidio e anche le analisi effettuati sui residui di polvere da sparo rinvenuti sulle manopole della motocicletta – dice, all’uscita dal tribunale, il difensore di Giuseppe Spagnulo, l’avvocato Alessandro Angelozzi -. Invece, è stata aggravata la pena anche per Francesca Angiulli. Aspettiamo di leggere le motivazioni di questa sentenza per poi valutare l’eventuale ricorso in Cassazione».

Era il 3 giugno del 2020 quando Antonio Cianfrone venne freddato a colpi di pistola mentre stava facendo jogging lungo la pista ciclabile di Pagliare. A sparare due killer in sella ad una moto che poi si diedero alla fuga e furono ripresi da alcune telecamere degli impianti di videosorveglianza presenti nella zona del delitto. 

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