Chiesa di Sant'Angelo nel degrado dal terremoto: i fedeli restano senza parrocchia

Chiesa di Sant'Angelo nel degrado dal terremoto: i fedeli restano senza parrocchia
Chiesa di Sant'Angelo nel degrado dal terremoto: i fedeli restano senza parrocchia
di Filippo Ferretti
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Sabato 3 Ottobre 2020, 01:45

ASCOLI - Il quartiere della Piazzarola senza parrocchia per l’inagibilità della chiesa di Sant’Angelo Magnoa causa dei gravi danni provocati dal sisma di quattro anni fa.
Da allora infatti, con la chiusura del prezioso bene architettonico, gli abitanti del quartiere più antico della città sono obbligati a frequentare funzioni di altre chiese della città.
 
A lanciare l’allarme circa la progressiva perdita di identità e della forza aggregativa dei residenti del quartiere sono il console del sestiere Gigi Morganti e il capo sestiere Carlo Bartoli, che si sono attivati in questi giorni in una campagna di salvataggio del complesso architettonico, le cui sorti appaiono sempre più incerte, visto che a tutt’oggi non esiste alcun sicuro progetto di recupero del bene culturale. Una situazione che rischia di compromettere per sempre anche gli affreschi del chiostro attiguo alla chiesa, ex sede del sestiere, soggetto a continue perdite d’acqua. 

L’appello 
«Stiamo perdendo tempo di fronte ad un patrimonio inestimabile a rischio » esordisce Morganti, artefice di una sentita opera di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini facendosi promotore di una battaglia che va ad affiancare la raccolta di firme messa in campo dalla delegazione del Fai presieduta da Alessandra Stipa. Un’iniziativa che non intende rinunciare a rivedere la chiesa di Sant’Angelo Magno e la sede originaria del sestiere agli splendori di un tempo. Questo, nonostante i ritardi dovuti al Comune nell’ evidenziare la chiesa della Piazzarola tra gli edifici religiosi ascolani maggiormente lesionati dal terremoto e sebbene appaia tramontata per quest’anno la possibilità di inserire la costruzione duecentesca nell’8 per mille e poter quindi contare su somme di denaro dei cittadini per il necessario ripristino del prezioso complesso. Per il momento va avanti la raccolta di firme del Fai, iniziativa volta a sensibilizzare l’intera città e dare il proprio apporto e poter offrire a Sant’Angelo Magno quella visibilità nazionale in grado di poterne facilitare i finanziamenti. Una somma che, secondo una recente valutazione, sarebbe pari ad un milione e duecentomila euro. Per poter facilitare lo svolgimento de “ I Luoghi del Cuore”, il censimento a favore di location meritevoli di essere recuperate e tutelate, che aveva visto la chiesa di Sant’Angelo Magno registrare sinora seimila firme, c’è anche l’impegno di alcuni commercianti del capoluogo piceno, che hanno messo a disposizione le loro sedi per votare.

I tempi 
«C’è tempo sino al 30 dicembre per aiutare un luogo che è origine della storia della città» si è raccomandato Gigi Morganti a proposito di una delle maggiori bellezze del patrimonio cittadino, la cui nascita è datata 1292, pur essendo già stata insediamento longobardo nel 745. Allo scopo di facilitare la raccolta di firme, sono già tre i commercianti del centro storico che hanno aderito: “Lovable” in via dei Tibaldeschi,”Boutique Bartoli” in piazza del Popolo e “Lu furn de Ustì” in via Pretoriana.

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