ASCOLI - «Ho lavorato in campagna fino ad 80 anni, poi ho detto: adesso basta, è arrivato il momento di riposarmi. Ho sempre aiutato gli altri, adesso ho chi mi porta sotto braccio e mi fa camminare un po’». È questo il segreto della longevità della signora Giovanna De Vecchis, che oggi taglia il traguardo delle 107 primavere. Sì proprio 107 per la nonnina della città. Nonna Nannina, così la chiamano i suoi affezionati familiari e gli amici più stretti, è un fiume in piena.
«Non andrò a votare - confessa - alle elezioni del 25 settembre. Non lo faccio più da diversi anni perché i politici litigano troppo tra di loro e non riescono a mettersi d’accordo. Non va bene». La signora Giovanna ha una memoria di ferro, possiede un telefonino personale che usa correntemente e non disdegna qualche peccatuccio come un sorsetto di vino cotto ogni tanto. Ma la sua dieta è fatta esclusivamente di cucina genuina e cibi sani, per recuperare agli “sgarri”.
È nata quando l’Italia era nel pieno della prima guerra mondiale, ha vissuto anche la seconda e ha visto una città profondamente cambiata. «Allora, il lavoro era molto faticoso, ma la gente era seria; non come oggi che non si capisce più nulla. Non c’è più gentilezza e si pensa soltanto al denaro. Il ricordo più bello è stata la nascita dei miei figli (Franco, Marisa, Anna e Francesca, ndr). Tutti sani e liberi e non era un fatto scontato. Sono orgogliosa di averli cresciuti bene. Ognuna di loro ha avuto un solo fidanzato con il quale si è sposata. Per darsi il primo bacio passavano 5 o 6 mesi e i ragazzi stavano alla larga da casa. Non è come oggi che ci si bacia già al primo appuntamento. Il ricordo più brutto negli anni Sessanta e Settanta che vivevamo in tanti in una sola casa al Battente. È stato un periodo duro».
Basta con l’amarcord.
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