ASCOLI - Nel reparto di Cardiologia, diretto dal dottor Pierfrancesco Grossi, venerdì è stato arruolato il primo paziente in Europa nell’ambito della ricerca scientifica “Vivo Study” che coinvolgerà 125 pazienti in 10 centri tra Olanda, Gran Bretagna, Portogallo, Irlanda e Germania.
Il centro ascolano è l’unico rappresentante in Italia. Tale studio, è stato approvato dal Comitato etico della Regione Marche e dal direttore di Area vasta 5, Cesare Milani. Il ricercatore principale è Procolo Marchese (responsabile di Elettrofisiopatologia) e la co-ricercatrice è Francesca Gennaro
Lo studio riguarda pazienti che soffrono di numerosissime extrasistoli ventricolari per le quali occorre una terapia invasiva con ablazione mediante cateteri. Si basa sull’utilizzo preliminare di un sistema non invasivo che combina le immagini di una Tac o di una risonanza magnetica cardiaca con i segnali provenienti da un elettrocardiogramma standard e genera un modello 3D del cuore che mostra il punto di partenza delle extrasistoli. Questo fornirà preziose informazioni al medico, ed al paziente, riguardo la strategia terapeutica da adottare.
«Nel paziente in questione - viene spiegato dall’equipe del dottor Grossi - il sistema ha consentito di individuare la sede delle extrasistoli ventricolari all’interno del bulbo aortico, tra le due cuspidi coronariche e quindi in un punto complesso e delicato. È stato pertanto adottato un approccio mediante mappaggio elettroanatomico 3D guidato da eco intracardiaco che, integrato con le immagini TC, ha consentito di ricostruire l’anatomia in tempo reale e di raggiungere il punto esatto dove è stata eseguita l’ablazione con rapida interruzione della tachicardia e senza alcun danno alle strutture circostanti, tra cui le coronarie.
Soddisfatto il direttore dell’Av5 Milani: «La Cardiologia è un fiore all’occhiello della sanità picena. Sono orgoglioso di questi professionisti, non tanto per me ma per i cittadini del territorio. Non dobbiamo più fare viaggi della speranza, ma possiamo curarci bene anche qui. Questo dimostra che non abbiamo nulla da invidiare ai centri più blasonati».
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