Ascoli Capitale della cultura 2024, gli imprenditori non mettono soldi: il sindaco li bacchetta

Ascoli Capitale della cultura 2024, gli imprenditori fanno orecchie da mercante e non mettono soldi: il sindaco chiede uno sforzo
Ascoli Capitale della cultura 2024, gli imprenditori fanno orecchie da mercante e non mettono soldi: il sindaco chiede uno sforzo
di Luca Marcolini
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Mercoledì 21 Luglio 2021, 09:05

ASCOLI  - Adesso non ci sono più alibi: tocca alla città. A istituzioni ed enti, alle imprese, alle associazioni e ai singoli cittadini che vogliano contribuire a coltivare la speranza di poter vedere Ascoli Capitale italiana della cultura 2024. Il sindaco Marco Fioravanti, circa una settimana fa, ha fatto il passo avanti ufficiale presentando la candidatura della città delle cento torri, come promesso.

Aprendo il percorso che conduce verso una sfida storica e forse irripetibile. Ma ieri, alla scadenza dell’avviso dell’Arengo per chiamare a raccolta tutte le componenti del territorio ascolano al fine di supportare anche economicamente l’ambizioso progetto per l’importante riconoscimento da conquistare, a parte qualche manifestazione di interesse informale non c’è stata l’attesa risposta. Tanto da indurre lo stesso Fioravanti a prorogare la scadenza fino al 2 agosto e a reiterare un appello a tutta la città per passare dall’orgoglio e l’apprezzamento della candidatura alla disponibilità a scendere in campo concretamente, forze economiche e istituzionali in primis, entrando come soci fondatori del nuovo “Comitato per Ascoli 2024”. Con contributi operativi, ma anche economici, indispensabili per dare gambe alla candidatura per far sì che possa arrivare lontano.


«A nome mio e di tutta l’amministrazione comunale, - rimarca Fioravanti - confermo che è stata ufficialmente presentata la domanda per la candidatura di Ascoli a Capitale italiana della cultura 2024. Da tempo siamo al lavoro per un progetto così ambizioso, coinvolgendo associazioni, cooperative e stakeholders locali, ma anche società e imprenditori del territorio. Proprio per questi ultimi, è stata pubblicata nei giorni scorsi una manifestazione di interesse per entrare a far parte del progetto in qualità di socio fondatore. I soci fondatori faranno parte del direttivo per la “candidatura” e saranno al fianco dell’amministrazione comunale non solo nell’elaborazione degli indirizzi strategici del dossier, ma anche per la pianificazione degli eventi artistici e culturali del territorio.

La scadenza per la presentazione delle domande era prevista per oggi (ieri, ndr), ma abbiamo disposto una proroga fino al 2 agosto. In questo modo puntiamo a coinvolgere il maggior numero possibile di imprenditori.

E proprio a loro rivolgo il mio appello: aderire alla candidatura di Ascoli in qualità di soci fondatori sarebbe un bel segnale di vicinanza al territorio ed evidenzierebbe, ancora una volta, la splendida sinergia esistente tra pubblico e privato, nell’unico interesse della crescita, della promozione e della valorizzazione di Ascoli e del Piceno». Il messaggio è lanciato, per la seconda volta. Ma ora, al di là dei plausi e delle congratulazioni per la scelta della candidatura, bisognerà battere un colpo, fare un passo avanti, dimostrare concretamente – ovviamente per chi ne abbia la disponibilità e la volontà - l’attaccamento al capoluogo piceno in un passaggio fondamentale per ripartire, dopo terremoto e Covid, alzando l’asticella. In caso contrario, sarebbe come rinunciare in partenza a un’occasione che, con tutta probabilità, non si ripeterà più. 


Il “Comitato per Ascoli 2024” che l’Arengo intende costituire avrà lo scopo di sostenere, in un’ottica sussidiaria, la candidatura di Ascoli a Capitale italiana della cultura 2024, attraverso «forme di collaborazione pubblico-privato che diverranno punti di forza del progetto da presentare e che possano annoverare tra i soci fondatori promotori, insieme al Comune di Ascoli, soggetti legati al territorio e da sempre vicini allo sviluppo e al sostegno della comunità». I membri del comitato speciale si divideranno in soci fondatori promotori, soci sostenitori e soci ordinari. I primi saranno quelli che aderiranno già nella fase costitutiva del nuovo comitato versando una quota associativa di 30mila euro. Poi potranno aderire, successivamente alla costituzione, come soci sostenitori, altri enti o singoli privati interessati alla realizzazione degli scopi, versando una quota di 10mila euro. Infine, potranno essere accettati come soci ordinari, tutti coloro che aderiscano agli scopi istituzionali versando una quota di mille euro. Il 2 agosto è dietro l’angolo. 

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