La calda estate del lavoro, previste 7mila assunzioni: ecco i settori dove c'è più fibrillazione

La calda estate del lavoro, previste 7mila assunzioni: ecco i settori dove c'è più fibrillazione
La calda estate del lavoro, previste 7mila assunzioni: ecco i settori dove c'è più fibrillazione
di Luca Marcolini
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Martedì 31 Maggio 2022, 08:50

ASCOLI  - La grande incertezza, ma con un filo di ottimismo. E’ questa la prima sensazione che assale chi voglia analizzare i dati sul lavoro e la disoccupazione nel Piceno in questa fase così delicata. Una fase cui si arriva dopo un terremoto, dopo una pandemia (ancora non del tutto sconfitta) e con un’inflazione ancora impattante per uccidere il mercato a colpi di rialzo dei prezzi. Questo perché, proprio i dati occupazionali e di chi è senza lavoro sembrano quasi contraddittori. 


Se i questionari dell’Istat, l’istituto nazionale di statistica, basati su campioni di popolazione intervistati, fanno registrare un calo dei disoccupati, dal 2019 a fine 2021, dell’1,9%, passando dal 10,5 all’8,8%, di contro si registra anche un calo del numero di occupati, nello stesso periodo: si è passati, infatti, da un tasso di occupazione del 61,5% del 2019 ad una percentuale pari al 59,6 (quindi un 2,1% in meno) considerando la fascia di età della popolazione picena tra i 15 e i 64 anni.

Sembra chiaro, dunque, che ci sia tutta una fascia di persone che non lavorano ma non risultano tra i disoccupati.

E potrebbe trattarsi di chi non si rivolge al centro per l’impiego o chi magari percepisce indennità e sostegni, come ad esempio il reddito di cittadinanza che, in provincia di Ascoli, nel 2021 è andato a 3.008 nuclei familiari rispetto ai 2.877 dell’anno precedente (incremento del 4,6%). Ma la tendenza, come conferma il direttore della Cna picena Francescon Balloni, è nonostante tutto incoraggiante, a fronte anche della richiesta delle aziende di oltre settemila lavoratori. 


Una chiave di lettura positiva è d’obbligo, nell’analisi complessiva, quando si spulciano i dati di Unioncamere rispetto alla domanda di personale, dalle imprese del territorio provinciale, che prevede per il periodo maggio-luglio 2022 un ingresso al lavoro di 7.310 nuove unità lavorative (tra tempo indeterminato e determinato) di cui 1.110 nell’industria e 6.200 nei servizi, tra cui 880 assunzioni previste nel commercio, 2.420 nei servizi di alloggio, ristorazione e turismo, 1.500 nei servizi alle imprese e 1.390 per servizi alle persone. «C’è una tendenza che lascia ben sperare – spiega Francesco Balloni, direttore della Cna picena –Non dobbiamo perdere il treno dei fondi Pnrr che avranno un impatto sicuramente sull’occupazione. Come associazione stiamo cercando di agevolare una sinergia tra Comuni e imprese per farci trovare pronti quando usciranno i bandi. Ma è importante sottolineare che è necessario, per le aziende, reperire figure specifiche. E, quindi, serve una adeguata formazione.


Si richiedono, infatti, figure molto specifiche, dal cantiere edile alla ristorazione, dalla manifattura ad altri rami affini all’edilizia, e non c’è più la possibilità di un periodo formativo all’interno dell’azienda: chi entra deve essere da subito operativo. I fondi ci sono anche proprio per l’aspetto formativo che può risultare fondamentale per chi oggi è disoccupato e non vuole perdere le speranze». Secondo l’Istat, come detto, il tasso di occupazione in provincia di Ascoli, relativo al 2021, è del 59,6%, considerando la fascia tra i 15 e i 64 anni. Un dato in calo del 2,1% rispetto al 2019 (61,5%). Entrando poi più nello specifico, con l’analisi del dato Istat da parte della Cna picena, con la lente d’ingrandimento su alcuni settori, innanzitutto emerge l’importante crescita dei profili lavorativi nell’agricoltura, con un incremento di 1.375 unità nel 2021, pari al 34,6% rispetto al 2019. 


Scende, invece, di 3.532 unità il settore delle manifatture (.18,1% sempre rispetto al 2019). Così come scende, nonostante le opportunità costituite dalla ricostruzione post sisma e l’ecobonus, il settore delle costruzioni con 1.209 unità in meno, pari al 27,5% di calo rispetto al 2019, pre-pandemia. Ma in questo caso, potrebbe aver inciso soprattutto la situazione di forte incertezza che ruota attorno proprio al superbonus al 110%, con una fase di stallo legata anche al discorso delle cessioni del credito che paralizza molte imprese. Netto anche il calo del commercio, con 3.905 occupati in meno (pari al 31,5% di calo) rispetto al 2019. 

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