Ascoli, botte e minacce a un uomo
e alla moglie incinta. Due condanne

Il tribunale di Ascoli dove si è svolto il processo
Il tribunale di Ascoli dove si è svolto il processo
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Lunedì 29 Febbraio 2016, 16:53
ASCOLI -  Il giudice Marco Bartoli ha condannato a quattro anni e tre mesi di reclusione un uomo di 37 anni e a un anno, pena sospesa condizionata al risarcimento del danno, sua moglie, di origini cubane, ritenuti responsabili dei reati di lesioni, minacce e violenza privata nei confronti di un'altra coppia, fra l'altro con l'aggravante che la donna malmenata era incinta.

Il giudice ha anche stabilito che i danni vengano quantificati in separata sede stabilendo una provvisionale di 30 mila euro. Il pubblico ministero, Franca Di Giacinto, aveva chiesto la stessa pena per l'uomo ed un anno e dieci mesi per la donna.

Per l’accusa, nella tarda serata del 22 ottobre 2013, i due imputati, a bordo della loro automobile, transitano davanti ad un venditore ambulante di panini e bibite. La donna disse al marito di avere fame e di andarle a comprare qualcosa da mangiare. Lui scese dall’auto e si diresse verso il chiosco dell'ambulante lasciando seduta nell’autovettura la moglie. A questo punto fra quest'ultima ed un'altra donna, in stato di gravidanza al quinto mese, che si trovava lì in compagnia del suo uomo, iniziò un litigio per futili motivi. Secondo quanto sostenuto dalla parte lesa la giovane cubana si sarebbe rivolta all'altra tacciandola di essere poco seria.

La discussione si animò ed intervenne il marito della donna incinta invitando l'extracomunitaria a smetterla in quanto sua moglie era incinta e poteva rischiare di abortire. Sempre secondo la parte offesa la giovane cubana a questo punto, ormai incapace di controllare la propria reazione, avrebbe spintonato la donna incinta facendola cadere a terra. A seguito di ciò quest'ultima dovette ricorrere alle cure dei sanitari che le riscontrarono lesioni personali giudicate guaribili in 10 giorni. In soccorso della donna incinta andò il marito che, sempre secondo quanto hanno riferito le persone offese, venne colpito da M. A. con un pugno al volto che lo face finire a terra e poi venne preso calci che gli provocavano lesioni personali. Sembrava che tutto fosse finito lì. M. A. e I. R. D. risalirono in auto e si allontanano.

Dopo qualche minuto, però, tornarono sul posto e l'uomo, con violenza e minacce, costrinse marito e moglie ad inginocchiarsi lungo la statale Adriatica davanti al camioncino delle bibite e panini ed a chiedere perdono. Non soddisfatto, M. A. , sempre secondo l’accusa, afferrò per i capelli l'uomo e ripetutamente gli fa sbattere il capo contro la carrozzeria della propria autovettura.
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