Fiammata delle bollette e delle materie prime. Per i fornai è sempre più difficile portare a casa la pagnotta

in crescita il prezzo del pane
in crescita il prezzo del pane
di Francesca Gironelli
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Domenica 11 Settembre 2022, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 10:13

ASCOLI - Portare a casa la pagnotta non è solo un modo di dire. Gli stessi fornai e panificatori affrontano situazioni critiche con l’aumento vertiginoso delle bollette e il prezzo in continua crescita delle materie prime. Il risultato è un aumento generalizzato e medio del 10%. Il prezzo del pane da da 3,60 a 3,90/ 4 euro al chilo; la pizza da 4,50 a 7 euro al chilo; la rosetta da 0,80 a 1,10 euro.

Aumenti che si ripercuotono sul portafoglio del consumatore finale per effetti domino, a volte speculativi, che coinvolgono l’intera filiera. «Tutti soffrono il problema delle bollette - commenta Domenico Vannicola titolare dell’omonimo forno a Castignano - e fortunatamente avevo negoziato un contratto bloccato per l’energia elettrica fino a luglio. Ma non è solo questione di bollette: ad ogni scarico merce c’è un aumento nelle fatture che va dal 10% al 15%. Nel giro di un paio di mesi ho dovuto aumentare il prezzo del pane, ma non è stato sufficiente. Se si pensa che solo l’olio di girasole è triplicato si capisce che è impossibile non fare aumenti. Il grano l’anno scorso costava circa 17 euro a quintale mentre ora si attesta sui 37 euro. Fino a pochi giorni fa non avevamo problemi con la consegna delle materie prime, ma l’altro giorno non ci hanno consegnato il latte».

Gianni Sergiacomi titolare dei Sapori di Offida conferma bollette triplicate: «Quella di luglio è finora la peggiore. Ma penso al costo di burro, zucchero, olio, farina. A inizio anno ho fatto un piccolo aumento che però non copriva tutti i rincari. Questa è una condizione condivisa, ma con i clienti al banco ci parliamo noi che siamo alla fine della catena. Ai pensionati con una pensione insufficiente che diciamo? Possiamo solo spiegare gli aumenti di tutte le materie prime. Avevo pensato di fare scorta dai grossisti per affrontare la spesa ma non mi è stato concesso. La farina base la pagavo dai 40 ai 44 euro lo scorso anno e adesso va dai 60 ai 66 euro con un rincaro del 50% da inizio anno. Il nostro è un lavoro difficile e pieno di sacrifici e alla fine non ho neppure uno stipendio come quello del dipendente. Comincio a pensare che il gioco non valga più la candela a fronte di rischi e difficoltà».

Dello stesso avviso Stefano Santamaria che ad Ascoli ha il Forno di Pio: «I primi quattro mesi ho assorbito gli aumenti ma non ce l’ho fatta più e ho dovuto riversare una parte dell’aumento sui prezzi dei miei prodotti. Alla fine dell’anno il mio guadagno rimane dentro il panificio, non arriva più a casa mia. Alcuni aumenti come l’energia elettrica sono dovuti solo alla speculazione. La mia bolletta è passata da 1.200 euro a 3.600 euro. Ho rilevato un aumento generale di circa il 20% di tutto il plafond delle materie prime. Così è stato con la farina, ma il grano che prendiamo è italiano, non derivante da forniture di zone di guerra. A livello locale, per alcune materie prime, ho avuto la spiacevole esperienza di fornitori che volontariamente hanno atteso a vendermi la merce per darmela a prezzi superiori».

Le associazioni di categoria scendono in campo. La Cna proporrà degli incontri per dare supporto a piccole e micro imprese: «Sono tutti in difficoltà e si risente anche del problema del costo del trasporto. Si cercano soluzioni - spiega Caterina Mancini funzionaria Cna per l’agroalimentare - escludendo ovviamente quella di fare cartello per dei prezzi accettabili, che è azione sanzionabile dall’autorità». Una situazione quella dei panificatori che impatta anche su altre attività che dagli stessi panificatori si riforniscono: «Siamo nella stessa barca. Gli imprenditori sono a loro volta clienti - spiega Daniele Fabiani, presidente provinciale della Federazione italiana pubblici esercizi e titolare del ristorante Vittoria ad Ascoli - e la crisi si riflette in ciascun settore. Gli aumenti tolgono possibilità di investire, in personale e macchinari. Invece di pagare un rincaro della bolletta del 121%, questa estate avrei potuto pagare lo stipendio a una persona in più».