Bengalesi positivi al Covid, nessuna struttura protetta. La Regione: isolamento domiciliare. I timori dei medici

Bengalesi positivi al Covid, nessuna struttura protetta. La Regione: isolamento domiciliare. I timori dei medici
Bengalesi positivi al Covid, nessuna struttura protetta. La Regione: isolamento domiciliare. I timori dei medici
di Nino Orrea
3 Minuti di Lettura
Martedì 14 Luglio 2020, 04:55 - Ultimo aggiornamento: 15 Luglio, 08:53
ASCOLI - Resteranno nella propria abitazione nel centro di San Benedetto, i due nuclei familiari di bengalesi e dove tre di loro sono risultati positivi al Covid-19. Nelle ultime ore si era ipotizzato dall’Area Vasta 5 di trasferire le due famiglie in una struttura protetta, per effettuare al meglio le operazioni di controllo giornaliero da parte del dipartimento di prevenzione. Un’idea che rispondeva anche ai dubbi e perplessità sulla condotta dei contagiati, rientrate lo scorso 17 giugno dal Bangladesh e risultati positivi al Coronavirus. Ma la Regione ha detto no.

LEGGI ANCHE: Mascherine e distanziamento sociale: il nuovo Dpcm, cosa cambia dal 14 luglio

LEGGI ANCHE: Nessuna struttura vuole i tre bengalesi contagiati. Vivono in dieci in un appartamento e c’è il rischio concreto di contagio
 





Il diniego
Una ipotesi che è subito naufragata, perché la Regione, pur consapevole delle preoccupazioni della popolazione locale, ha deciso di adottare per i bengalesi lo stesso protocollo utilizzato nei mesi passati per tutti gli altri cittadini positivi e asintomatici con la disposizione dell’isolamento domiciliare. Una specie di quarantena controllata giorno per giorno dal personale del Dipartimento di Prevenzione. La posizione della Regione è stata espressa dalla vicepresidente di palazzo Raffaello, Anna Casini. «Mi rendo conto dei timori della popolazione rispetto ai tre casi di positività al Covid-19 di bengalesi – ha spiegato Anna Casini – ma non vediamo la necessità di cambiare il protocollo adottato con successo durante la fase acuta della pandemia. I nuclei familiari, insomma, resteranno in isolamento domiciliare presso la loro abitazione, sorvegliati sia dal Dipartimento di Prevenzione dell’Area Vasta 5 che dalle forze dell’ordine, affinché nessuno violi il periodo di quarantena. Del resto, le due persone entrate in contatto con la donna bengalese in stato di gravidanza sono risultate entrambe negative al tampone. Va anche segnalato che per maggiore sicurezza sono stati processati nella giornata di sabato più di cento tamponi tutti risultati negativi». 

La prevenzione
«Se la situazione sanitaria è sotto controllo - prosegue la Casini - lo si deve alle iniziative adottate dall’Area Vasta 5 che anche in questa occasione come già fatto nei mesi scorsi, ha dimostrato ancora una volta competenza e professionalità nell’affrontare situazioni potenzialmente pericolose dal punto di vista sanitario. Mi preme, però, sottolineare un aspetto più generale della questione e per questo motivo mi rivolgo a tutti i cittadini. Il messaggio è questo: guai ad abbassare la guardia, perché il virus è ancora in circolazione. Vedo persone che anche negli spazi chiusi continua a non usare la mascherina. È un errore che potrebbe avere effetti devastanti, così, come vedo sempre di più assembramenti di persone senza tenere conto del distanziamento sociale. Ripeto, comprendo i timori dei cittadini, ma anche loro devono mettere in atto quei comportamenti virtuosi che aiutano se non a bloccare quantomeno a circoscrivere l’epidemia». 


I controlli
Il fatto che l’Area Vasta 5 abbia ipotizzato di trasferire i due nuclei familiari in un luogo sicuro, è per facilitare le operazioni di controllo da parte del Dipartimento di Prevenzione. «Noi sappiamo che in quell’abitazione vi sono ufficialmente sette persone (ma c’è chi dice dieci ndr) – dice il primario Claudio Angelini – ma non conosciamo se qualche altro cittadino bengalese si trovi in quell’appartamento. Così, come non sappiamo esattamente quante persone sono entrate in contatto con i tre cittadini del Bangladesh positivi al Covid-19. Inoltre, non sappiamo nemmeno quanti soggetti della comunità bengalese sono stati con loro. I tre positivi vengono controllati solo attraverso i cellulari e questo non ci dà la garanzia che stiano rispettando l’isolamento domiciliare».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA