ASCOLI - Anche il settore dei panifici e delle pasticcerie naviga in cattive acque dopo l’aumento esponenziale delle bollette energetiche, con altre difficoltà all’orizzonte, considerato che la situazione è in netto peggioramento. «Stiamo riflettendo sul da farsi. I costi sono aumentati moltissimo. Nell’estate 2021 abbiamo pagato 900 euro. Quest’anno siamo sui 2.300 euro - dice Daniela Manfroni del panificio Manfroni - .Nel mese di agosto, quando siamo stati chiusi, la bolletta è arrivata a tremila euro. Non sappiamo come tamponare questi rincari e stiamo cercando di mantenere i prezzi inalterati, ma non so fino a quando potremo farlo. Non ci sono soluzioni, se ci arriva una mano dallo Stato, ben venga, altrimenti dobbiamo aumentare i prezzi, perché dobbiamo mantenere i dipendenti. Anche tutte le materie prime sono aumentate, come il burro che è arrivato a 11 euro al chilo. Mi rendo conto che anche il cliente ha le sue difficoltà». E si profilano aumenti fino a 6 euro al chilo.
Le difficoltà
Anche Ida Piconi dell’omonimo panificio non nasconde le difficoltà. « Ad ottobre sarà un anno che siamo aperti.
«Gli aumenti sono già iniziati da dicembre, passando da una bolletta della luce di 1.500 euro siamo arrivati a 3.300 euro. Abbiamo cambiato gestore, tamponando un pò gli aumenti ma rimane sempre alta visto che siamo sui 2.500- aggiunge Roberto Bruni della pasticceria Picena- Con l’aumento delle materie prime, abbiamo adeguato le tariffe della caffetteria e della pasticceria ma senza esagerare troppo. Sicuramente servirebbero degli aiuti, aspettando provvedimenti governativi. Serve un aiuto dello Stato che intervenga al più presto».
Luigi Ciambella della “Panificatrice ascolana” evidenzia che « In questo momento stiamo attingendo ai nostri risparmi, non c’è soluzione. Non è più questione di aumenti, su alcune materie prime parliamo di aumenti del 300%, dal burro ai pomodori. Consumiamo molto gas e molta energia. Siamo stati ad una riunione dell’associazione panificatori e ci è stato detto che non sarà possibile vendere il pane a meno di sei euro al chilo- spiega - Se metto il pane a sei euro, devo licenziare tutti. La coperta è corta, gli stipendi non aumentano. Non c’è una soluzione, spero e confido nel nuovo governo, ma i tempi devono essere rapidi. Non si può più parlare di mesi, ma di giorni. Gli interventi devono essere celeri- evidenzia - Sono 34 anni che sto qui, ho applicato aumenti del 10% a primavera ma adesso non sto toccando niente. Il brutto è quando il problema non sei tu. Ho saputo che molti esercizi stanno chiudendo, la crisi è nera».
I risparmi
«Abbiamo rilevato aumenti sulle bollette di circa quattro volte superiori rispetto a periodi precedenti- sottolinea Danilo Marozzi dell’omonimo panificio - Per adesso limitiamo le spese, comprando l’indispensabile e riducendo il personale all’osso, non potendo assumere nessuno. Abbiamo 18 dipendenti attualmente. Purtroppo siamo costretti ad attuare dei piccoli ritocchi sui prezzi. O aumenti i prezzi oppure chiudi- spiega- Purtroppo non siamo proprietari delle mura e non possiamo installare il fotovoltaico. Sono guai grossi e nessuno interviene. Le rateizzazioni non risolvono nulla e un bonus di 150 euro non serve a niente se devi pagare 6000 euro di bolletta».