Ascoli, stop a 140 incarichi all’Ast: ora gli ospedali rischiano la paralisi. La magistratura vuole vederci chiaro sulle nomine

Stop a 140 incarichi all’Ast ed ora gli ospedali rischiano la paralisi. La magistratura vuole vederci chiaro sulle nomine
Stop a 140 incarichi all’Ast ed ora gli ospedali rischiano la paralisi. La magistratura vuole vederci chiaro sulle nomine
di Nino Orrea
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Venerdì 10 Febbraio 2023, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 15:56

ASCOLI - La decisione della Procura della Repubblica tesa ad approfondire alcune segnalazioni arrivate in merito all’assegnazione di 140 indennità di funzione ed organizzative, 27 delle quali interessano le funzioni di coordinatore sanitario, sta provocando accese polemiche, che potrebbero mandare in tilt la sanità ascolana. Soprattutto, dopo la decisione del commissario dell’Ast, Nadia Carignani, di sospendere, fino a giugno, il bando per la selezione delle indennità e la spaccatura avvenuta tra le parti sociali. 

 

Sta di fatto che ieri mattina, appena letta la notizia, il responsabile della Funzione pubblica della Cisl, Giorgio Cipollini ha preso carta e penna e ha inviato una nota dai toni decisamente forti che dovrebbero essere confermati durante la riunione della Rsu prevista per oggi pomeriggio.

Una nota nella quale si paventa la chiusura delle prestazioni sanitarie, derivanti dall’applicazione del contratto nazionale del lavoro. 

I coordinatori



Attualmente, i compiti dei 27 coordinatori sanitari (ex caposala), mancanti all’appello, vengono svolti da 27 infermieri facenti funzione, una qualifica che non è prevista dal contratto di lavoro della sanità. «Prendo atto – scrive Cipollini - delle doverose indagini in corso auspicando che le stesse possano concludersi nel più breve tempo possibile. Tale auspicio dipende dalla circostanza che da mesi, la Rappresentanza Sindacale Unitaria dei dipendenti dell’azienda e le maggiori organizzazioni sindacali del territorio, auspicano una riorganizzazione dei servizi sanitari penalizzati da una scarsità di finanziamenti e inadeguatezza di fondi contrattuali che non consente il regolare pagamento delle indennità spettanti al personale dipendente». Ma il punto che fa più temere sulla tenuta della sanità picena arriva quando il sindacalista della Cisl rileva «l’assenza, al momento attuale, di ben 27 coordinatori (ex caposala) da anni sostituiti da facenti funzioni senza il doveroso pagamento del differenziale economico per cui gli stessi, da un momento all’altro, attenendosi alla normativa contrattuale, potrebbero rifiutare l’assolvimento del ruolo mettendo in crisi l’intero sistema sanitario locale». Come a dire, se gli attuali facenti funzione del ruolo di caposala, dovessero attenersi a quanto stabilito dalla normativa contrattuale, interi reparti e ambulatori degli ospedali Mazzoni di Ascoli e Madonna del Soccorso di S. Benedetto, sarebbero costretti a chiudere con conseguenze che è facile immaginare.

La dotazione organica

«C’è, inoltre, da fare i conti – scrive sempre Cipollini – con una dotazione organica totalmente inadeguata rispetto ai servizi da erogare di cui molti aperti senza implementazione di personale. La misera e soprattutto sperequata attribuzione delle indennità di malattie infettive attribuita solo parzialmente ai dipendenti impegnati nei reparti in cui sono stati assistiti utenti affetti da Covid 19. Il mancato pagamento di lavoro straordinario, con obbligo di recupero e conseguente cumulo di giornate di ferie fino a giungere allo stato attuale, per molti operatori, a cumulare un credito pari a 100 giornate. La mancata applicazione, da oltre cinque anni, di istituti contrattuali quali il riconoscimento dei tempi di vestizione ovvero le festività infrasettimanali ovvero la mensa serale, hanno creato un clima di tensione indescrivibile, fonte di contrapposizioni personali che rischia di ripercuotersi, in particolare, sulla bontà degli stessi servizi sanitari». Per tale ragione, la stragrande maggioranza della Rappresentanza Sindacale ha richiesto e continua a richiedere il coinvolgimento della politica regionale e locale sulla sanità del Piceno e soprattutto la tempestiva definizione dell’indispensabile assetto organizzativo affinché, «legittimamente, vengano assegnate funzioni e responsabilità per il corretto funzionamento del sistema sanitario pubblico piceno».

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