Nomine Ast, 4 manager in 7 mesi. I sindacati insorgono: «La paralisi è totale». Chiesto incontro con la commissaria Capalbo

L'ospedale Mazzoni di Ascoli
L'ospedale Mazzoni di Ascoli
di Nino Orrea
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Giovedì 1 Giugno 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 08:16

ASCOLI - La nomina di un nuovo commissario all’Ast di Ascoli, Maria Capalbo, in attesa dell’arrivo del nuovo direttore generale, Nicoletta Natalini, che prenderà servizio solo il 17 luglio, è stata accolta con polemiche da parte dei sindacati e della politica. Perché cambiare quattro tra commissari e direttori, in poco più di sette mesi ( Vania Carignani, Roberto Grinta, Maria Capalbo e Nicoletta Natalini) è, oggettivamente, una cosa che fa pensare. Fosse successo in una grande azienda privata si sarebbero presi per un orecchio l’amministratore delegato e il capo del personale. 

 


 
Perché con tutti questi cambi non c’è stata nessuna possibilità di programmazione. In pratica, è come se si fossero persi sette mesi. E ieri è arrivato l’affondo dei sindacati. Riferendosi alle nomine di Capalbo e Natalini le parti sociali auspicando che «entrambe riprendano immediatamente in mano le relazioni sindacali, abbandonate dai commissari che le hanno precedute», esprimono amarezza «per le modalità con cui queste nomine sono state gestite, in particolare a fronte dei riflessi che le scelte compiute comportano – e comporteranno – per la sanità pubblica picena.

In una situazione come quella che investe il nostro territorio, in cui tutto è fermo agli ultimi atti dell’ex Area Vasta 5 ed in cui i precari vengono prorogati a singhiozzo, gli istituti contrattuali economici non vengono liquidati ai lavoratori a partire da quanto vantato con riferimento ai tempi di vestizione fino a cumulare crediti per oltre 6.000 euro ciascuno, in cui alcuni dirigenti fanno e disfanno senza tracciare e motivare le scelte compiute, in cui i lavoratori vengono spostati dall’oggi al domani con una telefonata e nessuno si assume l’onere (ma solo l’onore) di giustificare tali direttive, in cui l’utilizzo dei fondi contrattuali non è in alcun modo monitorato e la riorganizzazione tracciata a fine 2022 non vede ancora la luce, i rappresentanti regionali avevano assunto l’impegno di garantire una direzione generale per l’Ast con pieni poteri, che sarebbe stata operativa già ben prima della scadenza dei termini».

E invece devono prendere atto dell’ennesimo commissariamento dell’Ast che avrebbe invece così urgenza di una direzione generale stabile . A questo punto arriva una specie di avvertimento al nuovo commissario.

«Consapevoli – scrivono i sindacati - della fragilissima situazione in cui laCapalbo dovrà inserirsi compiendo scelte importanti sin dall’assunzione dell’incarico e del compito arduo, assolutamente ineludibile, che dovrà portare avanti, pena l’ingovernabilità dell’intero sistema della sanità pubblica picena, auspichiamo che tra le priorità, inserisca l’immediato confronto con i sindacatii al fine di prendere cognizione delle gravi problematiche del Piceno».

Casini (Pd): «Ennesimo commissario»
 


Ma anche la politica ha fatto sentire la sua voce. La consigliera regionale del Pd, Anna Casini stigmatizza la «nomina dell’ennesimo commissario per la nostra Ast, che dimostra in modo evidente il disinteresse di Acquaroli per provincia di Ascoli e per la sanità del Piceno condannata ad un limbo che non merita. Le difficoltà dei due ospedali, della medicina territoriale e dei dipendenti sono ormai una cancrena che può solo peggiorare senza una direzione certa rinviata di ulteriori 45 giorni alla vigilia delle ferie estive con tutte le problematiche legate alla carenza di personale (accorpamento dei reparti?) e all’aumento del flusso turistico sulla costa. Tutto questo mentre la giunta ha approvato il nuovo piano sociosanitario che non risponde alle esigenze della provincia, che sarà approvato in consiglio entro l’estate e quindi senza la possibilità di essere contestualizzato dai suggerimenti di un direttore nelle sue piene funzioni». 

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