Asl unica Ascoli-Fermo, i toni duri di Calcinaro e Falco: «Un’offesa al territorio»

L'ospedale Mazzoni
L'ospedale Mazzoni
di Mario Paci
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Lunedì 25 Aprile 2022, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 09:19

ASCOLI  - La notizia di una possibile modifica alla proposta di legge regionale sulle future aziende sanitarie che passerebbero da cinque a quattro con l’accorpamento di Ascoli a Fermo ha messo in fibrillazione non solo gli operatori sanitari ma anche gli amministratori locali. Si è svolta, infatti, già una riunione tecnica dove l’ipotesi è stata ampiamente discussa.

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La volontà di modificare la proposta di legge proviene dal Pesarese che perderebbe l’azienda ospedaliera e contesterebbe il fatto che Ancona manterrebbe sia l’azienda sanitaria che il Torrette e l’Inrca.

Ma sarebbero alla fine Ascoli e Fermo a pagare il conto: per uniformare il numero dei residenti per ciascuna azienda sanitaria locale dovrebbero accorparsi. È però evidente che un’unica Asl Ascoli-Fermo penalizzerebbe il Sud delle Marche già «Cenerentola delle Marche» come il centrodestra ha spesso denunciato (giustamente) in campagna elettorale. Secondo rumors inoltre all’Asl Ascoli-Fermo verrebbe unita anche la parte montana del Maceratese.


Il primo a temere l’ennesima privazione è il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro: «Spero sia un pesce d’aprile posticipato sennò sarebbe gravissimo ed offensivo per il territorio il solo pensiero: sia per noi quanto per gli ascolani» afferma il primo cittadino fermano. «Fermo - aggiunge Calcinaro - sarebbe inoltre particolarmente penalizzata perchè sarebbe l’unica città ad avere un solo ospedale per 180mila abitanti».


«Purtroppo questa voce di rivedere la proposta di legge sulle Asl circola negli ambienti sanitari - conferma l’avvocato Rosaria Falco, del comitato Salviamo il Madonna del Soccorso - e ciò ci preoccupa molto. Si tratterebbe dell’ennesimo sopruso politico che subiremmo e che andrebbe ulteriormente a penalizzare la costa. Fermo, infatti, ha ottenuto i finanziamenti per la costruzione di un nuovo ospedale sul quale inevitabilmente ci saranno investimenti nei servizi mentre sappiamo tutti cosa offrono il Mazzoni e il Madonna del Soccorso. Mi auguro, pertanto, che ci sia un ripensamento altrimenti davvero San Benedetto in primis e il tutto il Piceno rischiano di non contare più nulla». 

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