Affitti non pagati, adesso è allarme: tante le famiglie che chiedono aiuto

I membri della Fondazione
I membri della Fondazione
di Luigina Pezzoli
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Lunedì 27 Luglio 2020, 06:40

ASCOLI  - Affitti e canoni di condominio scaduti e non pagati, tante le famiglie che chiedono aiuto. E’ tra gli effetti del lockdown nel Piceno. Ed ecco che in molti bussano alla porta della Fondazione antiusura “Mons.Traini” onlus in cerca di un sostegno economico. Spesso si tratta di padri e madri di famiglia che a causa dell’emergenza sanitaria hanno perso il lavoro o sono in attesa della cassa integrazione, e non riescono a pagare i canoni d’affitto. Sono 43 le richieste di aiuto per affitti scaduti e non pagati pervenute alla Fondazione che opera nel territorio, da febbraio ad oggi. «Il tema delle politiche abitative – spiega Edio Costantini della Fondazione antiusura - si colloca, in questo tempo di crisi economica e di pandemia, tra le priorità di disagio di molte famiglie del piceno. Più del solito sono le richieste di aiuto per affitti scaduti e non pagati e per canoni di condominio non pagati. Purtroppo i tanti piccoli interventi a fondo perduto da parte della nostra Fondazione ma anche della Caritas diocesana e di altre associazioni non risolvono il problema. Ogni mese le stesse famiglie tornano a bussare e a chiederci aiuto». 


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Negli ultimi quattro mesi la Fondazione ha offerto il servizio di ascolto a 62 nuclei familiari e piccole imprese familiari. Complessivamente le pratiche approvate e finanziate con garanzia statale e in corso di istruttoria corrispondo a importo totale di 164mila euro. «Per i nuclei a basso reddito – prosegue Costantini - l’unica risposta può essere fornita in termini di edilizia pubblica, della quale è necessario incrementare lo stock, sia attraverso il recupero degli alloggi non utilizzati, sia attraverso nuove unità. Purtroppo, il progressivo arretramento dell’intervento pubblico e la carenza di fondi destinati al comparto, hanno prodotto una valanga di domande di richiesta di alloggi presso i Comuni: tutte inevase». Gli sfratti per morosità sono passati dalle percentuali irrisorie dei primi anni Ottanta all’attuale 90% del totale delle sentenze emesse. «L’accesso alla casa – aggiunge -, come risposta ad un bisogno primario, è innanzitutto un tema di diritto. Una corretta politica abitativa, tuttavia, deve affrontare non solo condizioni di emergenza, ma i nodi strutturali. La necessità che si pone è quella di fornire risposte ai bisogni abitativi, alla necessità di più ampia inclusione sociale, con maggiore sostenibilità in termini di qualità e costi». Chi ha un amico, un parente o un conoscente in difficoltà finanziarie può contattare lo sportello antiusura e lasciarsi consigliare su come affrontare la situazione. 

L’incontro serve a comprendere la concreta posizione debitoria complessiva per poterla affrontare insieme ad una squadra di professionisti che, gratuitamente, gli offrirà l’assistenza. Per le piccole imprese e le famiglie in difficoltà economica che non hanno la possibilità di accedere direttamente al credito bancario ordinario e a rischio di diventare preda degli usurai, esiste la possibilità di usufruire del credito attraverso il Fondo di prevenzione dell’usura.

Per accedere al Fondo è necessario rivolgersi alle associazioni e fondazioni accreditati presso il Mef che possono concedere le garanzie bancarie. In questo caso basta rivolgersi allo sportello antiusura presso la sede della Fondazione in via Case Nuove a San Benedetto o contattare il numero 0735/582823.

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