Tentò di bruciare la compagna, esce dal carcere ma non ha più una casa: è stata distrutta dal terremoto

Arquata, tentò di bruciare la compagna, esce dal carcere ma non ha più una casa: è stata distrutta dal terremoto
Arquata, tentò di bruciare la compagna, esce dal carcere ma non ha più una casa: è stata distrutta dal terremoto
di Luigi Miozzi
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Sabato 23 Maggio 2020, 11:43

ARQUATA DEL TRONTO - Esce dal carcere ma non ha una casa dove andare. La sua, quasi quattro anni fa, mentre era rinchiuso dietro le sbarre, è stata rasa al suolo dal terremoto. Ora che ha scontato il debito con la giustizia, in suo soccorso si sta muovendo l’amministrazione comunale di Arquata che, insieme con i servizi sociali, sta cercando una soluzione.

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Questo è quello che sta vivendo Fabio Ricci Pacifici, il cinquantanovenne arquatano che nel maggio del 2016 era finito nel carcere di Marino del Tronto con l’accusa di aver dato fuoco al materasso del letto dove stava dormendo la compagna, provocandole delle lesioni gravissime. Ma, paradossalmente, l’arresto gli aveva salvato la vita.
 
Siamo a luglio del 2016 quando Ricci Pacifici venne ritenuto colpevole dei reati di incendio doloso e lesioni gravi e condannato in primo grado a 5 anni di carcere. L’allora giudice del tribunale di Ascoli, Marco Bartoli, inoltre rigettò la richiesta di concessione degli arresti domiciliari avanzata dai suoi difensori e così Ricci Pacifici iniziò a scontare la sua pena nel carcere di Marino. Ed è qui che si trovava, la notte del 24 agosto di quello stesso anno, quando alle 3,36 arrivò la forte scossa che provocò morte e distruzione ad Arquata e in tutto il Centro Italia. 

Tra le case ridotte ad un cumulo di macerie dalla furia distruttiva del Mostro sotterraneo, anche quella di Fabio che, se quella notte fosse stato lì, avrebbe certamente rischiato di morire. La decisione del giudice di non concedere la detenzione domiciliare gli aveva salvato la vita. E così, Ricci Pacifici, con la sentenza che nel frattempo è passata in giudicato, ha continuato a scontare la sua pena. Ma, nello tempo stesso, non è stato nelle condizioni di poter chiedere l’assegnazione di una casetta (Sae). Dopo quattro anni - e siamo giunti a pochi giorni fa - per Fabio Ricci Pacifici si sono aperte definitivamente i cancelli del carcere dopo aver saldato il debito con la giustizia e la società. Da uomo libero è pronto a buttarsi alle spalle quella brutta esperienza e a ricominciare tutto daccapo, ma è costretto a fare i conti con la realtà: purtroppo, la sua casa non esiste più e lui non ha più un posto dove andare. 

Il suo desiderio è quello di tornare ad Arquata ed è per questo che si è rivolto al Comune. Quest’ultimo si è subito mostrato disponibile e si è attivato per cercare di trovare una soluzione interessando della questione i servizi sociali. Nel frattempo, Ricci Pacifici ha trovato una sistemazione provvisoria in un appartamento in Vallata, con la speranza che si possa giungere in tempi brevi ad una soluzione definitiva. Uno spiraglio di speranza che Fabio possa tornare nella sua terra, sulle sue montagne, all’ombra del Monte Vettore sembra che si stia per concretizzare. Già all’inizio della prossima settimana, infatti, potrebbero essere sciolti gli ultimi nodi burocratici che consentiranno di trovare una sistemazione adeguata. Fabio Ricci Pacifici potrà quindi definitivamente voltare pagina e iniziare un altro capitolo della propria vita.

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