Arquata dimezzata in 6 anni, il sindaco Franchi: «O la Zona economica speciale o è la fine»

Arquata dimezzata in 6 anni, il sindaco Franchi: «O la Zona economica speciale o è la fine»
Arquata dimezzata in 6 anni, il sindaco Franchi: «O la Zona economica speciale o è la fine»
di Marco Vannozzi
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Martedì 23 Agosto 2022, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 07:56

ARQUATA  - «La ricostruzione è avviata». Il sindaco di Michele Franchi annuncia così il nuovo corso. Sei anni fa l’incubo ha bussato alle porte arquatane, portandosi via 52 vite. Il borgo oggi non c’è più, ma i lavori per guardare al futuro sono finalmente partiti. «Gli arquatani torneranno presto ad una normalità vera solo quando avremo ricostruito tutto», ha sempre ripetuto Franchi.

Nel frattempo dopo l’ultimo sopralluogo della scorsa settimana con i tecnici di Usr e Comunere, ieri l’avvio delle operazioni: previsti la demolizione totale o parziale, lo smontaggio controllato e alcune messe e in sicurezza per 24 edifici, oltre alla realizzazione di una strada provvisoria di accesso al cantiere. 


I costi
«Dopo 6 anni – commenta il primo cittadino di Arquata - la ricostruzione può dirsi avviata, anche se manca il grosso che è circoscritto alle zone perimetrate, come ad esempio il borgo storico».

Alle difficoltà si è poi aggiunta negli ultimi mesi la problematica relativa al forte rialzo dei costi delle materie prime. Anche le misure come il superbonus 110 hanno allontanato le ditte dalle zone. Le nuove ordinanze adesso andranno nella direzione di miglioramento per le imprese che sceglieranno la ricostruzione.

«L’impennata dei prezzi, la difficoltà di reperire materiali e il superbonus 110, che ha allontanato le ditte edili dal cratere sismico, sono stati motivi di ulteriori lungaggini. Ma con il nuovo prezzario e con le nuove ordinanze della struttura commissariale contiamo di riportare imprese e professionisti a lavorare da noi, per non fermarsi più», ha affermato il sindaco. Franchi guarda però ancora più avanti e con decisione ripete di nuovo la sua idea: «Resta fondamentale garantire un’attenzione speciale al territorio: io la chiamo Zona Economica speciale. Potrà permettere agli imprenditori di investire e ai cittadini di venirci a vivere».Il dato dei residenti è impressionante: prima delle terribili scosse si registravano 1.050 residente. 


Il calo demografico
Oggi il numero si ferma a 650: un calo drastico di quasi il 40%. «Se non si interviene con misure di sostegno adeguate temo che sarà difficile riportare qui la gente, aggiunge Franchi. Ma Arquata ha bisogno anche di altro. «Un piccolo borgo ha un futuro se può contare su scuola, sanità e lavoro. Il discorso vale per tutte le realtà dell’Appennino, è fondamentale avere un’attenzione in più rispetto ad altri territori – dichiara -. So che non è semplice creare una Zona economica speciale, ma il governo che verrà mi auguro che abbia un occhio di riguardo per noi e se c’è da mettere un euro in più, lo investa nel Centro Italia terremotato». E poi il conto dei danni alle case. Se Pescara del Tronto non verrà ricostruita, al suo posto ci sarà il parco della memoria: «Gli edifici danneggiati dai vari terremoti erano stati circa 2 mila: al momento le pratiche per ricostruire fin qui presentate sono circa 250, mentre 70 cantieri sono stati ultimati e alcune famiglie hanno potuto lasciare le Sae o il Cas per fare ritorno nelle loro abitazioni». 

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